Fragile, ma forte avvocata Woo

Se amate i personaggi fuori dal comune, non riuscite a resistere agli intrighi legali, ma non disdegnate poesia e leggerezza, non potete perdere Avvocata Woo, serie televisiva sudcoreana, disponibile su Netflix dalla scorsa estate, che nonostante alcune singolarità, tra cui per il pubblico italiano la mancanza di doppiaggio nella nostra lingua, ha raggiunto milioni di spettatori, piazzandosi in breve tempo tra i prodotti più visti del noto servizio di streaming a pagamento.

I sedici episodi raccontano un tratto della storia della straordinaria avvocata Woo Young-woo, come viene più completamente descritta nel titolo originale. Cresciuta dal padre rimasto solo quando lei era ancora in fasce, brillantemente laureata nonostante rientri nello spettro autistico, Woo è l’ultima arrivata in uno dei più noti studi legali di Seoul. Le sfide in tribunale si affiancano quotidianamente con la sua difficoltà a stabilire rapporti con le persone che la circondano, ed è su questo doppio binario che scorre l’intreccio.

Sorretta da una solida sceneggiatura e da un ottimo cast, ogni puntata, della durata di circa un’ora, è un piccolo film con al centro un caso giudiziario che apre una finestra sulla società coreana, dai rapporti familiari alla situazione dell’infanzia, dalla disabilità allo sviluppo urbanistico.

Mentre l’avvocata Woo miete successi in aula, la sua vita viene investita da nuovi sentimenti e colpi di scena che a poco a poco svelano alcuni misteri del suo passato, in un racconto che unisce abilmente dramma e commedia.

Difficile non affezionarsi alla protagonista, grazie anche all’interpretazione davvero straordinaria di Park Eun-bin, che riesce a restituire, nonostante si inserisca in un filone forse troppo semplificativo del disturbo autistico a cui ci hanno abituato piccolo e grande schermo, il ritratto verosimile di una giovane donna in crescita, con le sue manie, le paure, le passioni, prima tra tutte quella per i cetacei, complice di apparizioni oniriche nel cielo della metropoli di enormi balene.

Dell’avvocata Woo rimangono nel cuore il suo incedere goffo, le sue frasi ripetitive, la precisione con cui sistema nel piatto il suo cibo preferito o ricorda commi sperduti di leggi dai più dimenticate, e soprattutto la consapevolezza del suo essere diversa, e di nuotare ogni giorno “come un narvalo in un branco di beluga, in un oceano sconosciuto tra beluga sconosciuti”, ma sempre più certa che, pur non ordinaria, “questa è la mia vita, ed è preziosa”.

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