La giovane Maëlle “rapita” dall’ideologia jihadista

Patrick Bard

Buio

Giralangolo, 2017

160 p. – € 15,00

Età di lettura: da 13 anni

Una copertina tutta nera e un titolo altrettanto scuro per la nera e scura storia di Maëlle. La storia di un’adolescente sedotta dal radicalismo islamico e convinta a scappare di casa, lasciare la Francia e arrivare in Siria, a Raqqa, dove non può seguire i suoi ideali umanitari come le era stato promesso. Ma dove, invece, arriva per scoprire che l’uomo sposato “a distanza” è stato ucciso. Sarà quindi rinchiusa in una casa con altre donne e presto un altro ragazzo la sceglierà e la sposerà. Non passa molto tempo, però, prima che, incinta, sia costretta a scappare in Turchia perché anche il secondo marito viene ucciso e la sua vita è in pericolo. Ayat, nome che Maëlle sceglie dopo la conversione, accetta di tornare a casa per amore della piccola che porta in grembo, ma la sua esistenza è ancora impregnata dell’ideologia jihadista e il suo “vero” ritorno, è una strada molto lunga da percorrere. Fisicamente è a casa, ma deve ritrovare la sua coscienza, la sua personalità, la sua libertà di pensiero.

“Buio” (Giralangolo) è un romanzo corale che mette molto bene in rilievo il ruolo dei social di cui si servono i reclutatori jihadisti per manipolare le menti dei giovani, facendo leva sui loro ideali per adescarli, illudendoli che potranno veramente fare qualcosa per una vita migliore di benessere e giustizia sociale. La storia di Maëlle/Ayat viene raccontata a posteriori attraverso le voci di tutte le persone che sono coinvolte: lei stessa, sua mamma, i compagni di scuola, l’insegnante di francese, la sorellina, la responsabile del centro di recupero. Tanti punti di vista che mostrano i diversi aspetti di una vicenda terribile in cui spaventa soprattutto la mancanza di comprensione da parte di tutti di ciò che stava succedendo, nonostante i vari segnali anche molto palesi che, col senno di poi, si sarebbero potuti captare. Maëlle/Ayat è stata rapita dall’ideologia jihadista, da quello che pensava essere un uomo che l’amava, da una comunità “social” che l’aveva illusa di far parte di un grande disegno.

“Reclutamento è una parola che non può descrivere il processo che spinge questi ragazzi ad abbandonare la loro casa, il loro paese, la loro famiglia, per darsi alla barbarie. Che li induce a rinunciare alla loro umanità. Si dovrebbe parlare di «rapimento mentale», di vero e proprio «possesso»” (p. 144).

Un romanzo di forte attualità, scritto con una prosa asciutta, precisa e diretta. Un romanzo sul fenomeno dei foreign fighters per il quale Patrick Bard si è molto documentato e ha trovato il tono giusto. Una storia interessante, perché protagonista è una ragazza dalla personalità ricca e complessa e perché poco raccontano i media del radicalismo islamico al femminile, delle ragazze e donne che partono in nome di ideali la cui realizzazione rimarrà per sempre solo una promessa.

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