La libertà della misericordia

Ogni relazione autentica presuppone che si mettano fra parentesi pregiudizi, rancori repressi, ricordi infelici

Il Dio cristiano si definisce con una sola parola: amore. Dio è amore. Non sentimento ma dono di sé. Continua offerta di vita, porto di consolazione, approdo dei nostri desideri. Sappiamo tutti cosa sia l'amore vero. Ciascuno ne ha fatto esperienza. Almeno per un attimo, almeno in un'occasione siamo stati avvolti dall'amore sincero e disinteressato di una persona che si è rivolta a noi cercando soltanto la nostra felicità. In quella persona che ci ha guardato con occhi solo per noi, dimentichi di ogni passato, in quell'amore che riceviamo gratuitamente vediamo una favilla dell'essenza di Dio.

Dio dunque è misericordia, perché non ci può essere amore senza perdono. Chiunque infatti non può dirsi completamente innocente verso l'altro, ha sempre qualcosa da farsi perdonare, nasconde un debito che deve essere rimesso: ogni relazione autentica presuppone che si mettano fra parentesi pregiudizi, rancori repressi, ricordi infelici; il passato viene in un certo modo abbandonato e si ricomincia di nuovo, ponendo al centro solo il bene del prossimo che si incontra sulla propria strada.

Quando diciamo che Dio è misericordia, che ci ha già salvati gratuitamente, che perdona senza guardare ai nostri peccati, diciamo che l'amore è possibile. Avere un rapporto con gli altri improntato sulla fiducia, sul reciproco aiuto, sull'amicizia non è un'illusione. L'amore dimentica tutto. Porta con sé sempre un promettente inizio.

In concreto cosa significa questo? Pensare che Dio perdona sempre determina il dissolversi di ogni timore non solo verso il Signore ma verso il nostro stesso essere che spesso non capiamo e di cui non sappiamo dare ragione. Nessun nostro difetto deve farci paura, nessuna colpa è così grave da non essere perdonata. Questa consapevolezza reca una grande libertà. Una libertà che supera completamente la visione individualistica oggi così dominante e che schiude orizzonti impensabili, situazioni nuove capaci di riempire l'esistenza. Si dice comunemente: la mia libertà finisce dove comincia la libertà dell'altro. In pratica si può fare quello che si vuole basta che ciò non intralci la decisione dell'altro. Questo è un principio astratto, poiché sappiamo bene come la vita concreta sia diversa. Essa è costituita da continue interazioni: noi esistiamo dentro una rete di relazioni, in un certo modo siamo queste relazioni. Nella realtà non siamo individui separati dagli altri, ma noi stessi portiamo dentro il prossimo con cui viviamo, noi siamo gli altri.

Questa relazione però è sovente conflittuale, trasformandosi piano piano in rancore, ostilità, odio: davanti a noi si erge un nemico di cui aver paura e di cui sarebbe meglio liberarsi al più presto. Ciò cambia in profondità il nostro animo, ci rende insicuri e ci costringe a comportamenti magari non coerenti rispetto alle nostre buone intenzioni. In questo modo la nostra libertà è messa a rischio. Per uscire da questo vicolo cieco c'è un solo modo: la misericordia.

Se abbiamo l'interiore certezza che Dio ci ha già perdonato, dovremo avere lo stesso atteggiamento verso il nostro prossimo, avvicinandosi a lui con affabilità e bontà d'animo, come se lo incontrassimo per la prima volta e volessimo instaurare con lui un rapporto di stima. Quanta libertà porterebbe la capacità di perdonare fin dall'inizio, fin dal primo momento!

Giunge subito un'obiezione: chi nei fatti si comporta così? Non è da sciocchi o da creduloni pensare che, nei rapporti umani, non prevalgano le invidie, la dissimulazione e pure la malizia? Non è meglio essere diffidenti e realisti, concedendo poco o nulla perché se sbagli nessuno ti offre una seconda possibilità? Chi non guarda la pagliuzza nell'occhio altrui, chi scommette troppo sulla sincerità dell'uomo, chi non bada prima di tutto al suo interesse, finisce per illudersi e fallire.

Se così si può dire però è questa la storia di Dio e la vicenda terrena di Gesù, che di Dio è il volto incarnato: Dio ha creduto in un popolo, in uomini ignoranti e peccatori, proprio come siamo noi. Ha voluto usare misericordia, ci ha insegnato la misericordia. Si è forse illuso? La sua proposta è fallita? Gli uomini hanno preferito le tenebre anziché la luce. È accaduto a Dio, può accadere anche a noi. Alla fine però ci attendono il riscatto e la gloria, la resurrezione in questa stessa vita. Perché se anche tutti gli uomini fossero nostri nemici, ma comprendessimo l'amore di Dio per noi capiremmo che la gioia di ricevere e di offrire perdono riempie la nostra esistenza. Qualsiasi cosa succeda.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina