La manna, il dono del frassino

“Mi sono sempre posta un interrogativo che mi è ritornato recentemente quando ho letto un passo dell’Esodo della Bibbia, quello che parla della manna che ha sfamato gli ebrei in fuga dall’Egitto. Di cosa si tratta. Che consistenza ha? Mi piacerebbe saperne di più”.
Elisabetta (Rovereto)

Nella Bibbia la manna viene ricordata per aver sfamato gli ebrei usciti dall’Egitto e condotti dal profeta Mosé verso la Terra promessa: “Gli israeliti chiamavano quel cibo Manna. Era simile a piccoli semi bianchi e aveva il sapore di una focaccia con il miele” (Esodo: 16-31). Non tutti sanno invece che la manna, detta anche “miele di rugiada”, è prodotta da una pianta molto comune: il frassino o orniello (Fraxinus ornus; nella foto, il frassino monumentale di Cueli, Folgaria). Essa è la secrezione zuccherina che si ricava dal frassino: il prodotto è pregiato, commestibile, dal sapore dolce, gradevole e molto solubile. La pianta fornisce la manna a partire dall’età di 6-8 anni. Si fanno le prime incisioni orizzontali fra giugno e luglio e si continua fino all’autunno. Devono interessare l’intero spessore della corteccia e iniziare dalla base fino a due metri di altezza. Il prodotto fuoriesce dai frassini come sostanza color bianco-azzurrina e gocciola formando stalattiti dette “cannoli”. Se si solidifica aderendo al tronco prende il nome di “manna in rottame” ed è meno pregiata. A contatto col sole la manna diventa color bianco-giallastro e si distacca. Solo se i tronchi cicatrizzano bene e la corteccia si è riformata si può procedere ad un secondo turno di incisioni.
La manna è consumata allo stato puro come dolcificante o diventa ingrediente dell’industria dolciaria e delle confetture (marmellate, yogurt, sciroppi). È utilizzata anche in erboristeria, farmaceutica e cosmesi. Il principale componente è il mannitolo o zucchero di manna. Contiene inoltre vitamine, minerali e fruttosio.
La coltivazione del frassino da manna è prerogativa siciliana ed è stata massima nel corso del 1800. Poi è entrata in crisi tra le due grandi guerre mondiali per riprendersi successivamente, anche grazie alla costituzione del Parco delle Madonie. Il prezzo di vendita varia da 80 a 100 euro al chilo o più, per quella pregiata, 60 euro quella meno pregiata. è venduta in confezioni da 50 e 100 grammi.

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