Lasciate che i bambini…

Ogni tanto torna anche sui giornali, oltre che per le vie del paese, la disputa, la diatriba sulla presenza dei bambini in chiesa durante la Messa. Chi li vuole, chi non li vuole; chi non li sopporta e chi vede con piacere che c’è ancora qualche bambino anche in chiesa; chi è accogliente e chi ne è infastidito e qualche parroco, che sembra più amico di Re Erode (quello della strage degli innocenti), che di Gesù!

Mi viene qualche volta da dire – e ora mi attiro qualche ira – che il problema non sono i bambini piccoli ma i genitori. I bambini sono bambini e rimangono giustamente tali. La Messa è nata come una proposta… per adulti! Un mio Superiore scherzando, celiava dicendo che la Messa è nata per dodici persone; quando sono più di dodici, nascono i problemi… immaginarsi con i bambini.

Un bambino che piange, che dice qualche parola o che si muove non è normalmente un problema o un disturbo. Ed è il buon senso che fa capire a un papà o alla mamma che se urla e strepita, se batte sul banco… occorre lasciare la chiesa per non impedire a tutta l’assemblea di capire e seguire la Messa.

Lo stesso Rito per il Battesimo dei Bambini (un rito scritto per la prima volta dopo il Concilio Vaticano II; prima si battezzavano i bambini con il rito degli adulti!) al n.42 ha una rubrica interessante che vale anche per altre celebrazioni: “All’inizio della Liturgia della Parola i bambini si possono portare in un ambiente separato dove rimangono fino al termine della preghiera dei fedeli”. Modalità diverse si potranno trovare, ma non è necessario che il bambino rimanga sempre nell’assemblea.

Anche il Direttorio per le Messe dei fanciulli (n.16) prevede che “i bambini che ancora non possono o non vogliono partecipare alla Messa potranno essere custoditi in luogo adatto e separato e venir poi condotti in chiesa al termine del rito per ricevere con l’assemblea la benedizione del Signore”. Non sempre, infatti, è possibile applicare il criterio dell’abituarli a partecipare, se non a detrimento della partecipazione di tutta l’assemblea. Anche i bambini, mano a mano che crescono, vanno aiutati a capire il luogo, l’ambiente: i confessionali non sono lo scivolo del parco giochi, o la casetta per giocare a nascondino, sbattendo le portelle; la bacheca degli avvisi in fondo alla chiesa non è la lavagna dei trasferelli… Ma queste cose le sa l’adulto, non le capisce il bambino che ha bisogno di sentirsi accolto, incoraggiato e amato.

dongi

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