Le coppie gay e la richiesta di matrimonio

Nel documento post sinodale il Papa afferma un modello di famiglia ben preciso

Sono una mamma di due bambini, felicemente sposata (in chiesa). Penso di avere una famiglia “normale”, con le difficoltà e le speranze di molti. Non capisco perché io e mio marito dovremmo temere qualche danno da quanti hanno fatto una scelta diversa dalla nostra. Ma un punto dell’attuale dibattito mi sorprende sempre. Prendiamo la legge sulle unioni civili: a me sembra che una coppia dello stesso sesso che vuole “regolarizzare” la propria unione sia una cosa positiva, bella, raccomandabile. Non mi sembra vogliano mettere in discussione il matrimonio. Anzi sognerebbero proprio di “sposarsi”, dimostrando che assegnano al matrimonio un valore simbolico altissimo! Che cosa ne pensi tu?

Lisa

Come saprai, proprio in questi giorni è uscita l’esortazione apostolica Laetitia Amoris, il documento finale in cui Papa Francesco riprende il lungo percorso ecclesiale (due sinodi dei vescovi, dibattito nelle diocesi, incontri e approfondimenti come mai accaduto prima) che aveva al centro la famiglia nel mondo contemporaneo. È un testo poderoso che cerca di affrontare, da un punto di vista cristiano, tutte le questioni sul tappeto, venendo però incontro anche alla pluralità degli approcci a questo tema, le difficoltà che vivono le famiglie e pure le situazioni di cui parli tu. Tuttavia la sua valenza, pastorale e spirituale, va ben oltre: è una sorta di riflessione generale sull’amore che si apre all’altro, che costruisce qualcosa di più grande rispetto alla semplice unione di due persone, che genera nuova vita, che sostiene la società, che trasmette gli affetti  e la cultura tra le generazioni, che avvicina a Dio. Credo che tu abbia sperimentato questa bellezza e questa gioia nella tua famiglia “normale”, nel rapporto con tuo marito e con i tuoi figli.

Per quanto riguarda la questione da te posta, l’esortazione ne parla al numero 251. Sarebbe sbagliato (ma confesso che noi giornalisti lo abbiamo fatto) cercare soltanto quei paragrafi in cui viene esplicitata la posizione del Papa sui punti controversi che tutti conosciamo. Il ragionamento è dunque molto ampio. Sulle unioni omosessuali la Chiesa sembra abbastanza netta: “non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie” tra il matrimonio e le unioni tra le persone dello stesso sesso. La Chiesa cattolica ribadisce un modello di famiglia ben preciso, comune alla stragrande maggioranza delle società umane. Il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna, capace di generare vita. Certamente questa relazione non viene ridotta a mera “biologia”, anzi il Papa, chiedendo anche scusa per gli atteggiamenti passati, rivaluta la sessualità come un grande dono di Dio.

Personalmente faccio fatica a capire questa insistenza sul “matrimonio” per le coppie dello stesso sesso proprio da chi, nei decenni passati, vedeva il matrimonio come un’istituzione datata e patriarcale, segno di un’arretratezza tradizionale. Ora proprio la possibilità di sposarsi viene invece vista come il coronamento di un sogno di normalità. A mio avviso proprio la tutela delle minoranze sessuali non dovrebbe prevedere comparazioni che stridono con la propria (giustamente) rivendicata diversità. Non si può essere tutto e il contrario di tutto, magari ricorrendo a tecniche invasive e artificiose (forse umilianti) per avere a tutti i costi un figlio. Ci sono limiti, ci sono modi diversi per manifestare l’amore e il desiderio di genitorialità. Si può essere genitori in vari modi. Anche senza avere figli.

Concordo con te che non vedo in questa rivendicazione un attacco alla famiglia, ma appunto un desiderio di vedere riconosciuta pubblicamente l’unione con la persona che si ama. La Chiesa stessa vede positivamente l’instaurarsi di legami solidi, duraturi, capaci di aprirsi alla società: in un mondo dove prevale la solitudine e l’individualismo, una coppia gay può sicuramente generare un affetto in grado di diffondersi.

Forse si vuole il “matrimonio” per avere la possibilità di adottare figli. Ancora una volta – sarò un po’ arretrato – credo che esista un modello di famiglia (chiamiamolo ideale, naturale, tradizionale) più consono alla cura dei figli. Poi sappiamo benissimo che ci sono situazioni disastrose, sicuramente non migliori delle cosiddette “famiglie arcobaleno” (coppie gay con figli).

vitaTrentina

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