“Le penne nere, metà della mia vita”

Gli amici del Gruppo “Remo Rizzardi” hanno provato a convincerlo: ma non vuole “partecipare a metà”

Spartaco Avanzini, 90 anni di Mori, non parteciperà all'Adunata degli Alpini di Trento. “Se ci vado, devo sfilare, cosa che non riesco più a fare. Non mi va nemmeno di assistere, perché è troppo doloroso non poter stare in mezzo agli altri. Mi toccherà guardarmela dall'armadio maledetto (la tv, ndr)”.

I membri più giovani del Gruppo “Remo Rizzardi” hanno provato in tutti i modi a convincerlo, ma non c'è verso: lui che ogni santo giorno si mette al volante della Panda 4×4 per raggiungere le trincee del Nagià Grom, in Val di Gresta, con il bagagliaio pieno di taniche d'acqua, proprio non ne vuole sapere di “partecipare a metà”.

Una decisione sofferta, perché le penne nere rappresentano un parte importantissima della sua vita. Dopo la naia nel Centro addestramento reclute (CAR) di Cuneo, Spartaco Avanzini ha frequentato la scuola ufficiali tra Lecce e Roma. “Sono sempre stato allergico al ‘signor sì’; dall’altra mi è sempre piaciuto avere ruoli di responsabilità. Visto che trovare lavoro all’inizio degli anni Cinquanta non era facile, ho scelto di fare il militare”, ricorda il novantenne.

Da sottotenente è stato inquadrato nel 65° battaglione Feltre nella brigata Julia, dove è rimasto per 26 mesi, con due richiami per far fronte alle minacce di Tito su Trieste. “Il servizio sul confine Carnico mi piaceva moltissimo. Facevamo marce eterne di pattuglia in un paesaggio primitivo, quando ancora non c'erano le piste da sci. La caserma era in mezzo ai boschi e la paga era molto buona”, sottolinea Spartaco.

Poi, facendo fruttare il diploma di perito industriale meccanico, ha vinto il concorso ai Monopoli di Stato. Dopo 12 anni nelle Marche, è stato assunto alla Manifattura di Borgo Sacco come dirigente della manutenzione degli impianti e macchine.

Una volta tornato nel paese natale, ha cominciato a frequentare il gruppo degli alpini e nel 1996, con la scomparsa di Mario Poli, è stato convinto a candidarsi come capogruppo e ha ricoperto la carica per 8 anni. Sotto la sua guida, e con la spinta entusiasta di Francesco Silli, le penne nere moriane hanno ristrutturato la chiesetta di San Tomè, il gioiello sulla strada romana che va da Nago a Pannone.

Inoltre, Spartaco Avanzini ha messo anima e corpo ne recupero delle trincee del Nagià-Grom, tre chilometri di caposaldo inaugurati nel 2008 dopo 12 mila ore di lavoro volontario tra i rovi. “Oggi state camminando su un luogo sacro”, è la prima frase che inevitabilmente pronuncia davanti alle scolaresche in visita (ogni anno arrivano più di 5 mila studenti). Poi, mentre prepara il caffè per le insegnanti, con in testa l’immancabile cappello in peltro, racconta una miriade di aneddoti, come quello del cespuglio di ginepro trasformato in canarola per la polenta. “Il servizio militare negli alpini ti eleva. Non sono militarista, ma lo spirito di questo corpo e il senso del dovere non hanno eguali”, conclude guardando con soddisfazione il lavoro fatto a Nomesino.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina