Messina Denaro e la “dolce pedata di Dio”

La marcia dell’Agesci a Palermo l’estate scorsa con la presenza di don Ciotti (foto da FB Agesci)

La buona notizia di questo lunedì non riguarda solo Palermo e la Sicilia, nè solo il governo Meloni o le associazioni antimafia. E’ un richiamo a noi tutti, anche in questo Nordest non esente da infiltrazioni mafiose (come ha documentato l’inchiesta Perfido in val di Cembra) e peraltro anche sensibili alla lotta contro tutte le mafie, espressa nel libro collettivo dei liceali del “Da Vinci” uscito per il trentesimo delle stragi di Falcone, Borsellino e delle loro scorte.

Chi era a Palermo nell’estate scorsa con il prof. Alberto Conci per  partecipare alla marcia dell’Agesci  fino in via D’Amelio, non dimentica l’incoraggiamento con cui don Luigi Ciotti ha invitato ad avvertire “la dolce pedata di Dio” che scuota le nostre coscienze e le spinga a  condivisione e corresponsabilità nella lotta contro i fenomeni mafiosi. “L’80 per cento delle vittime innocenti delle stragi mafiosi non conosce ancora  la verità, l’omertà uccide la speranza”, ebbe a dire allora don Ciotti per evidenziare che molto rimaneva da fare, sia da parte dell’opinione pubblica che dello Stato.

Quella percentuale – 80 per cento – si è soltanto ridotta di poco con l’arresto di stamane, ma può essere un incoraggiamento, un’altra salutare “pedata”. Per dirla con l’arcivescovo di Palermo, il coraggioso mons. Corrado Lorefice, “oggi è un  giorno che assumerà agli occhi della storia il valore simbolico della definitiva chiusura della più drammatica e dolorosa pagina della vita recente di Palermo, ma che non deve farci trascurare lo sforzo collettivo che questa città ha già fatto per allontanarsene radicalmente”. Da Trento rilanciamo l’invito della Chiesa di Palermo: “rivolgiamo un pensiero alle tante vittime della mafia e ai tanti martiri della giustizia e della fede, testimoni che per primi hanno scelto quella strada di liberazione su cui migliaia di cittadini si sono poi messi coraggiosamente in cammino. La fiducia nel bene che insieme siamo stati capaci di non smarrire, si rinnova oggi come fiducia nella possibilità del cambiamento sociale e della conversione personale”.

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