Profughi russi (di un secolo fa)

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Ad un anno dallo scoppio dell’ennesima inutile strage, che questa volta ha per teatro l’Ucraina, si fanno i bilanci delle vittime, dei dispersi, dei profughi e dei danni. Si ipotizzano scenari, si attivano canali diplomatici, si spediscono armamenti. Si invoca la pace e si prega. Molte persone in fuga dall’Ucraina hanno trovato rifugio e accoglienza in tutta Italia e anche nelle province di Bolzano e Trento.

La storia non si ripete mai uguale a se stessa, tuttavia ci sono fenomeni ricorrenti. La guerra, tragicamente, è uno di essi. E con la guerra il flusso di persone che cercano altrove un riparo e attendono che le armi tacciano in luogo sicuro. Oggi si tratta di profughi ucraini, un secolo fa, in particolare a Merano, si trattava di esuli russi.

Merano da decenni si era sviluppata come centro turistico internazionale, con la presenza stabile di “colonie” di cittadini provenienti dall’Europa fredda a trovare i tepori mediterranei senza troppo allontanarsi dal continente.

Una categoria di stranieri che appare in città nell’immediato primo dopoguerra è proprio quella dei profughi. Secondo quanto scrive il periodico Il Piccolo Posto, nel marzo del 1922, Merano sarebbe stata “ideale soggiorno per i profughi politici di tutto il mondo. Badiamo: profughi nel senso più poetico della parola, nel senso quasi mazziniano. Vi sono anche qui alcuni, anzi parecchi profughi dell’impero moscovita. Una colonia intera: generali, cosacchi, musicisti del teatro imperiale, dame della corte dei Romanov, perfino un meraviglioso Sansovino sfuggiti all’orrore bolscevico. Ma tutti questi profughi stanno bene attenti a non destare troppa attenzione, poiché, privi come sono di passaporti diplomatici”. E ancora: “Ma a Merano non vi sono solamente profughi russi; vi sono profughi di molte altre nazionalità. Quelli di nazionalità tedesca sono pochi e pare si trovino bene in mezzo ai loro confratelli non profughi”. Infine: “Non tutti gli stranieri venuti a Merano sono profughi, anzi. Essi non costituiscono che un minimo insignificante di fronte alle migliaia e migliaia di forestieri venuti da tutte le parti del mondo, per godere questo meraviglioso sole primaverile…”

In realtà la “colonia russa” in riva al Passirio ha radici ben più lontane. Già nel 1875 era nato a Merano un “comitato russo”. Nel dicembre 1884 si tennero i primi riti russo-ortodossi nella villa Stephanie, mentre nel dicembre del 1897 fu consacrata la chiesa ortodossa di San Nicola Taumaturgo, all’interno della cosiddetta “casa russa” di villa Borodine.

“La casa – raccontano nei loro libri Bianca Marabini Zöggeler e Michail Talalay – possedeva una biblioteca ben fornita, ricca di libri in lingua russa, francese, tedesca, inglese ed italiana, una sala di lettura e di svago dove c’erano riviste in tre lingue, gli scacchi ed altri passatempi. Nella casa si mangiava alla russa”. Fino al 1914 ci fu perfino un collegamento diretto, con un treno espresso, tra San Pietroburgo e Merano.

Il primo conflitto mondiale porterà nel Meranese un altro tipo di ospite russo, quello rappresentato dai prigionieri di guerra, che in tutta la regione vennero impiegati nelle più svariate occupazioni e che, in particolare, sostituirono egregiamente nell’agricoltura le braccia degli uomini impegnati al fronte. A Merano si occuparono anche della bonifica di terreni presso Maia Bassa.

Infine la Rivoluzione di ottobre interromperà, ma non del tutto, questo rapporto tra Merano e la Russia. Dopo la guerra, infatti, la maggior parte dei russi a Merano saranno da inquadrare nella categoria dei profughi. Esuli più o meno fortunati, che sul piano religioso guarderanno ora verso Parigi e Firenze piuttosto che verso la Mosca bolscevica. La piccola comunità è però avvolta di simpatia. Buoni sono i rapporti con la parrocchia evangelica che, a seconda delle necessità, non esita a mettere a disposizione sia la chiesa che il cimitero.

Ancora oggi, passeggiando tra le tombe del cimitero evangelico, si troveranno le tombe dei russi di quel tempo lontano, assieme a quelle di persone di tante altre nazionalità, ucraini compresi.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina