Quando Sassoli abbracciò i Megalizzi

Sassoli a Trento nel luglio del 2021 per il conferimento della laurea ad honorem ad Antonio Megalizzi. Foto © Gianni Zotta

In questa mattinata in cui pare spegnersi uno dei volti più luminosi della politica italiana (e, possiamo dirlo, anche europea), piace ricordare David Sassoli per quell’umanità sapiente che proprio a Trento aveva rivelato a quanti erano legati alla sua immagine superficiale di mezzobusto televisivo “prestato” alla politica. Non possiamo dimenticare l’abbraccio caloroso ai familiari di Antonio Megalizzi nel febbraio 2020 (non si era ancora in lockdown) dopo il discorso commemorativo in Sala Depero in cui il presidente del Parlamento europeo aveva insistito sul dovere di coltivare il sogno dei fondatori dell’Europa puntando sulla partecipazione dei giovani alle istituzioni europee, la strada indicata dal giovane giornalista morto a Strasburgo.

UE, il disegno di Sassoli ispirato da Megalizzi

Da quell’incontro era nata una vicinanza affettuosa alla fidanzata, alla sorella e ai genitori di Antonio che si era manifestata anche al conferimento della laurea honoris causa nel luglio scorso: molto decise, quasi ultimative, le parole di Sassoli sul dovere di costruire l’Europa con i giovani anche se il presidente del Parlamento europeo si era ben guardato dal “rubare la scena” al Presidente della Repubblica. Mentre Mattarella non aveva concesso interviste – bastavano le sue commosse parole a braccio – è parso che Sassoli non volesse invece deludere i colleghi della stampa concedendosi senza fretta, con molta cordialità, ad una fitta serie di interviste.

“Europa, i giovani ci credono”. Il presidente dell’Europarlamento, Sassoli, ricorda Antonio Megalizzi

Aveva visto e commentato con piacere anche la sua intervista della vigilia in copertina di Vita Trentina ma il suo commento era stato solo per l’impegno a raccogliere l’eredità anche spirituale di Megalizzi: “È importante che come stampa sosteniamo l’azione di questa Fondazione in memoria di Antonio…”, ci aveva confidato. Infine, con un gesto di gentilezza raro nei colleghi giornalisti, aveva girato il nostro ringraziamento per l’intervista al fidato addetto stampa: “Tutto merito suo”, aveva glissato indicandoci il sorridente portavoce Roberto Cuillo, proprio la persona che questa mattina ha dovuto comunicare in poche righe la notizia della sua prematura scomparsa.

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