“Quante storie”: dai libri alla realtà

Conduce la trasmissione Giorgio Zanchini, giornalista attento ai temi della nostra società Foto © Ufficio Stampa Rai

Ogni giorno storie, personaggi, attualità, per capire la complessità che ci sta attorno: è questo che si propone “Quante Storie”, la trasmissione sulla terza rete, condotta da Giorgio Zanchini. Giornalista attento ai temi della nostra società, conduce a Rai RadioUno la storica “Radio anch’io” e alla televisione su RaiTre, assieme a Corrado Augias, la trasmissione “Rebus”. Fra i suoi libri, nell’ultimo del 2020 scritto con Giovanni Solimine, “La cultura orizzontale”, si sofferma sulla produzione e sul concetto stesso di cultura, andando ad osservare quanto la rete abbia finito per modificare l’accesso ai saperi e alla conoscenza. Ad ogni puntata di “Quante Storie” c’è un’ospite in studio: scrittori, giornalisti, uomini di scienza con i quali Giorgio Zanchini, a partire dalle domande sui loro libri, cerca di capire l’attualità e i cambiamenti di questo nostro tempo.

Nel fare questo va fino in fondo ai fatti, cerca di analizzarli dai diversi punti di vista, come dovrebbe fare ogni buon giornalista, perché il telespettatore non rimanga in superficie, ma possa entrare
dentro le “storie”. Un’occasione splendida per approfondire la letteratura, la musica, la filosofia, la politica e ancora temi come il lavoro e l’intelligenza artificiale. Numerosi gli ospiti in studio in questa stagione, scrittrici come Rosella Postorino e Lidia Ravera, lo storico del Medioevo Franco Cardini, il manager Franco Bernabè, ma anche il cardinale Gianfranco Ravasi, il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, ci dicono di quanto le “storie” che vengono affrontate siano davvero molto diverse e di sicuro interesse. Si incontrano qui le mille facce di un Paese meraviglioso, fatto di eccellenze, ma allo stesso tempo anche contradditorio: una fotografia dell’Italia contemporanea, dove sono cambiati i costumi, lo stesso modo di vivere, dove spesso il rapporto fra le generazioni appare complesso.

In un Paese dove, secondo le statistiche, si legge ancora poco e dove in televisione i programmi dedicati ai libri, in modo ampio e approfondito, non sono molti, questo di Giorgio Zanchini è già una bella notizia. Ma lo è ancor di più perché qui i libri diventano vere chiavi di lettura: e per fare questo appare determinante lo stile del conduttore, l’obiettività e la capacità di mettersi in relazione con l’ospite, doti che gli permettono di scavare dentro le notizie, e di fare così una televisione al servizio del cittadino.

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