Quella linea bianca… da superare: “L’alleanza dei bambini” parla di autorità, disubbidienza, senso critico

I libri che vengono dal Nord Europa sono sempre, o quasi sempre, molto interessanti: sanno affrontare in maniera originale e diretta anche tematiche piuttosto complesse e delicate con rispetto per il lettore e senza sacrificare nulla alla cura del testo e alla bellezza delle immagini. L’alleanza dei bambini (Terre di Mezzo; età 7+) della svedese Pija Lindenbaum è uno di questi.

Si tratta della storia di due gruppi di bambini che vivono insieme, ma separati, all’interno di un non ben definito campo delimitato da una linea bianca che non si può superare. Ci sono due case: in quella con le imposte verdi abitano i Giralisi, in quella con le imposte rosse, i Fiordasoli. Tra le due, un’altra costruzione serve per le attività comuni, mentre Lacapa vive da sola in una piccola casa sull’albero.

Già dalla prima doppia pagina il lettore si rende conto che si tratta di una storia particolare. “è quasi come la scuola materna”, dice il narratore interno che è uno dei bambini, “solo che nessuno ti viene a prendere”.

Pagina dopo pagina si entra curiosi in questo mondo chiuso, dove vige un fermo controllo che viene dall’alto (Lacapa è, infatti, una figura molto longilinea e slanciata) a cui i due gruppi di bambini non si sottraggono: i Fiordasoli, sono occupati in tante attività divertenti, i Giralisi, invece, devono continuamente lavorare affinché i Fiordasoli possano fare quello che fanno. A Lacapa piace che le cose siano ingiuste. Perché cambiare? È sempre stato così, qualcuno deve pur lavorare per gli altri. Un giorno, però, comincia a girare l’idea che, forse, le cose potrebbero cambiare per mettere fine a questa ingiustizia. Ma chi ha il coraggio di fare il primo passo? E poi, cosa succede?

Un libro che parla di autorità, di disubbidienza, di azioni e conseguenze, non per forza negative. Parla di opposizione al potere, se è abusato, e dell’importanza di agire con senso critico senza dare nulla per scontato. Un libro pieno di metafore da leggere e interpretare. Pagine ricche anche di tanti dettagli nelle figure che sono altri indizi da capire. Sono i piccoli particolari nel testo e nelle illustrazioni che, dopo qualche pagina, iniziano a mettere in discussione l’ordine precostituito che domina la narrazione: un braccialetto tenuto nascosto, l’idea di un nuovo taglio di capelli, lo scambio dei vestiti, il piede che supera la linea bianca…

Con questo lavoro Pija Lindenbaum ci mostra come un libro per bambini possa contenere idee “adulte” come la questione della giustizia sociale, della partecipazione paritaria alle opportunità a scuola e tra i sessi, o il riferimento ai flussi di rifugiati.

In questo libro non troviamo risposte, ma tante domande che richiedono al lettore di dare le proprie risposte.

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