Sono arrivati i mondiali

Sessanta milioni di commissari tecnici. Perché quasi tutti hanno la loro ricetta, quella giusta ovviamente, per comporre la nazionale di calcio ottimale e predisporre così la strategia vincente.

Sessanta milioni di giocatori. Perché alzi la mano chi non ha mai sentito almeno una volta che, dai, quella volta la palla era sostanzialmente già in porta, e mimando una pedata fatale, ti dimostrano lì per lì che a quelle condizioni il gol lo avrebbe fatto anche un bambino.

E’ arrivato l’appuntamento dei Mondiali di calcio e, con le partite, il piccolo schermo ci ripropone le scene di sempre.

I grandi temi di attualità che, alternandosi, ci accompagnano, ci appassionano e talvolta ci preoccupano durante il corso dell’anno, in questo periodo spesso diventano meno grandi.

Sempre maggiori spazi vengono dedicati alle partite e a tutto il corollario che accompagna il colossale spettacolo calcistico, con le immagini dei maxi schermo in strada e dei bar affollati di tifosi che sussultano e si agitano coralmente nei momenti salienti degli incontri.

Al termine delle varie partite le scene di mestizia dei tifosi della squadra perdente fanno da contraltare all’euforia collettiva dei tifosi vittoriosi che a torso nudo e bandiere in mano manifestano nei locali e nelle piazze e assicurano davanti alle telecamere che sì, questa volta la loro squadra vincerà il mondiale.

Televisione e giornali, oltre ai resoconti sportivi delle varie partite, ci informano di vari aspetti di contorno ma affatto secondari. Le eventuali magagne muscolari dei giocatori che potrebbero compromettere la loro presenza sul campo sono generalmente riportate con precisione impietosa. Se da un lato suscitano negli appassionati immancabili preoccupazioni, dall’altro ti fanno pensare per un attimo se quel particolare dolorino al ginocchio in certe condizioni per caso non l’avverti anche tu.

Le caratteristiche climatiche e geografiche dei luoghi dove si svolgono le partite, arricchite en passant da informazioni storiche e geografiche sulla nazione ospitante e sui numeri strabilianti della poderosa macchina organizzativa, si intrecciano con i confronti statistici a caccia delle somiglianze tra le partite di oggi e quelle di un tempo, per scovare così un pronostico verosimile e, si spera, favorevole.

Avvicinandoci più da vicino ai campi da gioco, si può infine conoscere la dieta seguita dagli sportivi, il loro stato d’animo, gli allenamenti che seguono, e persino la presenza o meno di mogli e fidanzate al seguito, per concludere con le motivazioni tecniche che giustificano le scelte tattiche e gli accomodamenti dell’ultima ora, volti a sopperire a qualche giocatore non in forma e per affrontare al meglio gli avversari del momento.

Alle finestre e ai balconi delle case spuntano qua e là i tricolore, perché l’appuntamento calcistico è ormai uno dei più importanti ove ci si ricorda di essere italiani.

In bocca al lupo, campioni!

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