Vischio quercino

VISCHIO QUERCINO. Il vischio, la classica e bella pianta benaugurante delle feste di fine anno, produce bacche di colore diverso a seconda della specie di pianta sulla quale cresce. Sulle resinose o conifere (abete e pino silvestre) o su piante a foglia caduca o latifoglie (pioppo, carpino, biancospino), ma anche su piante da frutto (mandorlo, susino, pesco, melo, pero, ecc.), questo arbusto emiparassita produce bacche di colore bianco perlaceo. Sulle piante di ginepro le bacche sono invece di un bel colore blu notte. Il vischio quercino, cioè quello che vegeta sulle piante di quercia, in passato era molto ricercato, soprattutto dai bracconieri, perché produceva bacche di colore giallo dalle quali veniva ricavata la sostanza altamente appiccicosa che serviva per catturare gli uccellini che vi rimanevano invischiati con le zampe. La pratica era ed è anche oggi severamente vietata e perseguita dalla legge.

CANCRENA SECCA. Se le patate raccolte quest’anno e conservate in cantina presentano tuberi con zone interessate da marciumi che progrediscono rendendoli inutilizzabili significa che sono state colpite da un fungo comunemente chiamato cancrena secca (Fusarium solani var. coeruleum). Questo fungo vive nel terreno e infetta i tuberi penetrando attraverso ferite. L’infezione si aggrava durante la conservazione. Se l’ambiente è secco il tubero presenta una cancrena asciutta, se è umido (tuberi interrati) si creano aree marcescenti che si coprono di una muffa biancastra o rosata. Non esistono rimedi chimici. la malattia si contiene evitando di produrre ferite durante lo sterramento, il trasporto e la conservazione . Tutti i tuberi colpiti non sono commestibili e vanno eliminati subito per evitare diffusione delle spore e quindi nuove patate infette.

COLTIVARE IL NESPOLO. Il nespolo è una pianta negletta, quasi sempre coltivata a margini dei campi e in aree altrimenti inutilizzate e povere. E’ invece una pianta da rivalutare per via della sua facile coltivazione e dei suoi curiosi e pregiati frutti. Appartiene alla famiglia delle rosacee ed era ritenuta pianta sacra da Fenici, greci e romani tanto che i suoi frutti figurano nei mosaici di molte chiese bizantine e romane. Il frutto matura nel tardo autunno e si conserva fino a gennaio. La pianta vive in terreni freschi, ricchi di sostanza organica, tollera la siccità e resiste bene al freddo, ma soffre l’ombreggiamento. da noi il nespolo viene coltivato per consumo familiare, ma in altre zone figura come coltura da reddito e alimenta un discreto mercato fatto da appassionati di frutta antica.

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