“Ma il Vangelo soffia ancora”

Alla vigilia dell’incontro in Cattedrale con il vescovo, domenica 19 novembre, don Dario Silvello racconta il cammino della zona pastorale che comprende i decanati di CalavinoVezzano, Arco, RivaLedro.Per la prima volta nella storia recente della Chiesa trentina – l’idea è stata del vescovo Lauro – saranno i fedeli di una particolare zona pastorale gli invitati “speciali” alla festa della Dedicazione della Cattedrale. A inaugurare questa che può diventare una felice tradizione saranno i fedeli della zona pastorale del Basso Sarca che domenica 19 novembre animeranno l’Eucaristia in Duomo alle 15.30. “Abbiamo risposto volentieri all’invito personale che l’Arcivescovo ci ha rivolto all’inizio dell’anno – attacca col suo tono pacato don Dario Silvello, decano di Riva del Garda e delegato per la zona – siamo consapevoli di fare da apripista e quindi dalla nostra esperienza prenderanno spunto anche le zone pastorali che arriveranno in Duomo nei prossimi anni. Cominciato in primavera, l’itinerario di preparazione all’appuntamento con la Dedicazione della Cattedrale è stata occasione per avvicinare i tre decanati (Vezzano-Calavino, Arco e Riva-Ledro) che raccoglie circa 40 mila persone, potendo contare su 11 parroci, due vicari parrocchiali, alcuni diaconi e una significativa presenza di religiosi e religiose. “Ci siamo detti subito che questo percorso non finisce domenica – tiene a precisare don Dario – ma che l’appuntamento a Trento può essere una tappa favorevole per la pastorale d’insieme, ormai una necessità”.Gli appuntamenti di preparazione sono stati particolarmente intensi in alcuni ambiti (in particolare i Ministri straordinari dell’Eucaristia, i cori, i lettori ed i sacristi), ma anche l’appuntamento tenutosi in settembre nell’aula di San Giuseppe a Riva ha visto una partecipazione convinta e generalizzata. “Non solo si sono potuti provare i canti e i momenti liturgici, ma ci si è confrontati con il cammino diocesani e l’impegno ad essere testimoni del Risorto”, aggiunge don Dario, che appare incoraggiato dalla presenza del laico e dalla convergenza. “Vedo nelle singole parrocchie tante persone disponibili e generose, consapevole di dover e poter assumere qualche responsabilità per l’animazione autonoma delle proprie piccole comunità anche durante tutto l’anno”. Come dire che la vita cristiana non deve fermarsi alla tradizione delle ancora affollate festività, ma deve penetrare nella testimonianza feriale. “Ci diciamo spesso che conta più l’ordinario dello straordinario”, esemplifica don Silvello che colloca quindi anche la trasferta di domenica in questa prospettiva. Otto i pullman pronti a salire a Trento ma molti arriveranno con le proprie vetture; i giovani hanno scelto invece di percorrere un tratto di cammino a piedi partendo da Cadine (in parte sul sentiero di San Vili) per raggiungere il Vescovo nel giardino da dove, sempre con loro, aveva cominciato il suo ministero.Don Silvello non nasconde che il vento della secolarizzazione soffia anche sulle sponde del Garda e s’insinua dentro le valli, ma pensa positivo: “Vedo che anche il Vangelo soffia e sa suscitare nuove disponibilità e nuove testimonianze. Nostro compito è riuscire a farle incontrare, a tenerle collegate”. Questo vale dentro un’invasione turistica che presenta numeri crescenti, ma che può portare anche le realtà della promozione turistica a incontarsi con il valore aggiunto di un’accoglienza “con lo spirito” in cui le parrocchie fanno la loro parte. Lo hanno auspicato i vescovi delle tre diocesi lacustri nel loro incontro di questa primavera a Limone ed i parroci dell’Alto Garda invitano a considerare quest’impegno pastorale sul fronte del turismo. Altra chanche è quella dell’impegno nei numerosi ospedali e case di cura, chiamati oggi a essere luoghi in cui si vive la misericordia di Papa Francesco.
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