Quanto costa?

È sempre sgradevole parlare di soldi nella Chiesa, specie se legati alla celebrazione dei Sacramenti. Personalmente applico la massima del beato Antonio Rosmini: nulla chiedere e nulla rifiutare! Le tariffe, di qualsiasi tipo, sono sempre poco gradite; immaginiamoci in parrocchia! Mesi fa anche Papa Francesco se l’è presa con qualche sacerdote un po’ esoso … È anche vero che, come ci ricorda il nostro vicario generale, in molte delle nostre chiese (con il calo dei preti, delle Messe feriali e festive e dei fedeli) con le offerte dei fedeli non si riesce neanche a pagare il combustibile per il riscaldamento invernale. Nelle nostre comunità parrocchiali occorre la trasparenza dei conti, ma anche la formazione e l’educazione dei buoni cristiani a sovvenire – secondo la tradizione e i precetti della Chiesa – alle necessità della chiesa, delle opere parrocchiali e del parroco, anche in occasione delle celebrazioni di funerali, matrimoni, battesimi, ecc. Qualcuno crede ancora che la luce della chiesa la paghi… il Comune o chissà chi (come sosteneva l’organizzatore di un concerto in chiesa: tanto la luce ve la paga il Comune!).

Su Settimana (il settimanale dei Dehoniani per preti e operatori pastorali… che speriamo non debba chiudere come purtroppo preannunciato) era riportato questo simpatico aneddoto: “Raccontano che al tempo dell’episcopato bolognese del Card. Giovanni Battista Nasalli Rocca (1921-1952), un parroco dell’Appennino avesse avuto la buona idea di proporre ai suoi fedeli di pagare la celebrazione della Messa per i loro defunti un terzo della tariffa sinodale, cioè della cifra stabilita dalla Diocesi. La cosa ebbe rapida diffusione nei paesi vicini e così molti defunti ebbero l’aiuto della liturgia per accorciare la loro permanenza nel purgatorio. Ma i parroci interessati videro con preoccupazione diminuire i loro proventi… Se ne lamentarono con il Cardinale che, alla prima occasione, chiese ragione al parroco imputato. Accolta con umiltà la benevola rampogna, così rispose al suo Vescovo: «Eminenza, lei ha ragione, ma se venisse a partecipare alle mie Messe le pagherebbe ancora meno!»”.

Commentava giustamente il redattore: “Come ha detto Francesco (21 novembre), i Sacramenti si celebrano, non si pagano; si godono, non si comprano; si offrono, non si acquistano”.

dongi

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