Il tempo vuoto si riempie di meraviglia

Beatrice Alemagna, Un grande giorno di niente – Topipittori, 2016 – 48 p. – € 20.00 – Età di lettura: da 5 anni

La solita casa delle vacanze, la solita foresta, la solita pioggia. Una mamma indaffarata, un bambino svogliato che ammazza il tempo schiacciando marziani sul suo videogioco: che storia può nascere da elementi come questi? Non ci crederete, ma Beatrice Alemagna riesce a crearne una veramente speciale: una grande storia. La sua creatività trasforma Un grande giorno di niente (Topipittori, 2016) in una bella avventura. In questo libro non ci sono streghe, non ci sono mostri, né lupi, né draghi, ma c’è una storia che cattura con la magia del quotidiano, con il gioco delle parole e delle illustrazioni, con i colori. Questo albo illustrato racconta del tempo vuoto, della noia dei bambini come spazio per l’incanto e la meraviglia. Attenzione, però, la magia del niente ha effetto solo se non ci sono distrazioni. E, infatti, l’avventura comincia solo nel momento in cui il videogioco di questo bambino finisce nell’acqua di un ruscello. In un giorno di pioggia, in un bosco scuro, su una collina scivolosa si possono scoprire molte più cose di quante il bambino possa immaginare, cose inaspettate come grandi lumache dalle antenne molli di gelatina, funghi dall’odore simile a quello della cantina del nonno, “micro-cose” sconosciute nascoste nella terra, raggi del sole taglienti tra le nuvole dense di umidità. Cadere, scivolare, rialzarsi, osservare un insetto, parlare con un uccello, schizzare nelle pozzanghere: tutto diventa interessantissimo, un gioco speciale mai giocato. Chissà perché? E per finire questa incredibile giornata, l’intimità di una cioccolata calda bevuta con la mamma.

Un albo speciale grazie anche al colore arancione fosforescente che, come il rosa fucsia de Il meraviglioso Cicciapelliccia accompagna, pagina dopo pagina, le scoperte del bambino, ravviva la sua noia, illumina il suo mondo buio di pioggia. E tutto questo niente si riempie di stupore, di profumi, di ricordi e anche chi non c’è e chi non c’è più, non sembra più così lontano.

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