Un angolo di primule

UN ANGOLO DI PRIMULE. La primula (Primula vulgaris) è una pianta rustica, resistente e perenne. Si coltiva sia in vaso che in piena terra. In questo periodo la fioritura è terminata per cui si possono sradicare le piante  già fiorite per trasferirle in un angolo del giardino creando così una aiuola che fiorirà l’anno prossimo. Una volta trapiantate l’unica attenzione è quella di mantenere il terreno sempre fresco e umido. La posizione di messa in terra è quella ombreggiata e al riparo dai raggi diretti del sole estivo. Si consiglia inoltre una buona pacciamatura con cortecce di resinose. Attenzione: bisogna anche difenderle dalla voracità delle lumache che in estate, dopo le piogge, possono defogliare anche totalmente le piantine.

TELO NERO. Negli ultimi anni sta prendendo  piede l’uso del telo nero per pacciamare il terreno e proteggere i trapianti di orticole e  fiori (fragole e rose). I vantaggi di questo materiale steso sul suolo sono molti: arresta la crescita delle erbe infestanti evitando così l’ estirpazione manuale.  favorisce il riscaldamento del terreno grazie alla sua azione di immagazzinamento della radiazione solare, in particolare a primavera e in zone di montagna, dove aiuta l’anticipo della produzione a primavera o l’allungamento a fine stagione.  Riduce inoltre il consumo di acqua evitando l’evaporazione. Da non trascurare poi la raccolta che viene facilitata e non sporca di terra.  In commercio ci sono anche i cosiddetti teli bicolore, neri a contatto con la terra e bianchi sopra. Il bianco aumenta illuminazione e  fotosintesi clorofilliana accelerando la maturazione di pomodori, melanzane, cetrioli, insalate.

ALBERI IN PERICOLO. Se ad un controllo le piante ornamentali (alberi) del giardino presentano cavità o ferite su tronco e rami è necessario intervenire per evitare schianti estivi dovuti a fortunali o venti forti.  Le lesioni possono essere dovute a cause diverse quali  traumi da urto causati da veicoli o attrezzature meccaniche, potature troppo drastiche di rami grossi, rottura da neve o fulmini, rosure dovute all’azione di insetti lignicoli o attacchi di funghi. Prima di intervenire valutare attentamente l’origine, l’estensione, la pericolosità e collocazione delle lesioni o attacchi fungini. Se le ferite  riducono la stabilità dei vegetali far intervenire un esperto che ne esaminerà l’entità consigliando poi gli  interventi fitosanitari mirati, fino a decretarne il taglio. Le ferite di superficie possono invece essere trattate con rame o spennellate con mastici o cere da innesto. Gli insetti vanno monitorati con l’esposizione di trappole di cattura. I fori del picchio non vanno mai chiusi, ma solo puliti e disinfettati dopo che il picchio se ne è andato via.

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