Caro Marziano, ti racconto un po’ di noi

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Nel futuro, se un alieno capitasse sulla Terra, probabilmente si chiederebbe dove è finito. Molte risposte alle sue domande potrebbero essere contenute nelle registrazioni che RaiTre manda in onda dal 3 maggio, alle 20.30. Nella sigla del programma il classico esserino verde scende dal suo disco volante tra case distrutte, inciampa e trova un tablet, facendo apparire sul video un umano che, seduto in un vecchio scantinato, penna in mano e foglio di carta bianco, inizia a scrivere: Caro Marziano,…

I frammenti televisivi di dodici minuti l'uno che ambiscono a descrivere al curioso alieno le mille sfaccettature del nostro mondo sono firmati da Pierfrancesco Pif Diliberto, che dopo due film da regista riporta sul piccolo schermo il suo inconfondibile stile di fare cronaca. Al centro dei suoi racconti non c'è la storia, ma gli uomini e le donne che a quella storia danno vita, con la loro esperienza, le loro scelte, i loro sogni.

Senza seguire un filo logico, guidato solo dal tema che dà il titolo alla puntata, Pif viaggia in Italia, con qualche incursione all'estero, armato di microfono, telecamera a spalla e una buona dose di ironia.

In queste prime puntate siamo tornati al 2 aprile 1985 per rivivere la strage di Pizzolungo attraverso le parole di Margherita Asta, figlia della donna che con i suoi due gemelli fu uccisa dalla mafia al posto del giudice Carlo Palermo, siamo stati accompagnati in un insolito tour per le vie di Roma da Lirio Abbate, il giornalista che per primo raccontò la corruzione di Mafia Capitale, abbiamo conosciuto il coraggio e la determinazione di Vincenzo Linarello e del gruppo Goel, che in Calabria hanno ridato vita ad una struttura confiscata alla 'ndrangheta e lavorano ogni giorno per il riscatto della Calabria, nonostante minacce e ritorsioni.

Si è parlato anche di unioni civili e di miracoli, seguendo monsignor Vincenzo De Gregorio, abate della cappella del tesoro di San Gennaro, nel giorno di attesa per la liquefazione del sangue del santo. Ci siamo ritrovati in Portogallo, nella libreria più piccola del mondo, per tornare a Roma nel magico mondo di un restauratore di porcellane. E in val dei Mocheni abbiamo conosciuto Agitu, giovane donna etiope costretta a fuggire dal suo paese per rifugiarsi in Trentino, dove aveva studiato sociologia, e dove ora alleva capre e produce formaggio, dando prova di come sia appagante una vita lontana dalla tecnologia.

Accanto alla semplicità e alla forza delle testimonianze e dei messaggi finali dei protagonisti, alcuni più forti di altri, e pur nella leggerezza della confezione, si percepisce come l'autore creda all'importanza del racconto, per conoscere la realtà e provare a renderla migliore. Forse è solo un'illusione, ma in tempi dove prevalgono la cronaca nera e la violenza verbale, Caro Marziano è ogni sera una piccola sorpresa capace di catturare l'attenzione e di donare serenità.

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