Tutto il Brenta a piedi

Anche i sentieri di Adamello e Presanella nel penulmino volume della Collana della SAT

Ha compiuto settant’anni giovedì scorso la sezione SAT di Trento, la più numerosa con i suoi 2468 soci, e l’anniversario ha coinciso con la presentazione del nuovo volume della collana “Per sentieri e luoghi- sui monti del Trentino”, 496 pagine dedicato all’Adamello, Presanella e Dolomiti di Brenta. Un vero e proprio compendio di di storia, geologia, flora e fauna portato a termine con la consueta certosina precisione dalla Commissione Sentieri della SAT per i tipi di Euroedit di Trento. 

Per completare il piano editoriale avviato nel 2012 manca soltanto il volume dedicato alle Prealpi Trentine Occidentali (previsto per il 2018), ma questo quinto “mattone” è dedicato ad una zona fra le più affascinanti del Trentino. Da una parte il gruppo di Brenta, “un’isola di pietra circondata dalle principali valli del Trentino” con i suoi conosciutissimi pinnacoli della zona centrale e i meno noti paesaggi con rocce vulcaniche della zona meridionale. Agli interessi geologici s'abbinano anche quelli glaciologici che trovano nel massiccio di Adamello e Presanella un teatro bianco altrettanto ammirato e ricco di memorie anche per le vicende belliche.

Accanto alla descrizione di ogni sentiero, metro per metro, il libro è corredato da approfondimenti disciplinari sintetici, curati dai più esperti specialisti: vegetazione, flora, fauna, aree protette, preistoria, storia alpinistica…e alcune approfondimenti sull'industria idroelettricha e le regole Spinale Manez.

Molto dettagliate anche le informazioni sui punti di appoggio (rifugi e bivacchi) così come le schede dedicate ai sentieri di lunga percorrenza che attraversano la zona. Oltre all'apparato cartografico anche questo volume è completato da un almanacco toponomastico che racconta indirettamente la storia di queste valli.

“Abbiamo bisogno di percorrere questi sentieri a passo lento”, avvisa nella presentazione il presidente della SAT Claudio Bassetti, invitando a cogliere anche “come siano cambiati gli sguardi e le prospettive delle popolazioni, come siano modificate le visioni e le scelte negli usi dei territori”.

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