Ex Cattoi, quale futuro?

Lo sblocco dell’area ormai non è più soltanto una questione di eleganza urbanistica. Ma anche di ordine pubblico e sicurezza

Molti anni fa entrando a Riva da est, cioè dalla statale per Torbole, si sfilava l’area che ospitava lo stabilimento Cattoi, noto e apprezzato per la lavorazione del legno: una villa di bel aspetto su più piani, un altrettanto celebrato locale che ha fatto crescere e divertire generazioni di rivani ed ospiti con le sue balere, il celebre Rosengarten.

Poi, un pezzo dopo l’altro, tutto quello che c’era in quel grande rettangolo di terra alle porte della città, è andato scomparendo. Il dancing ha chiuso come la fabbrica, gli edifici sono andati in fatiscenza, le ruspe sono intervenute radendo tutto al suolo. Così ha preso forma quella che oggi viene comunemente chiamata “area ex Cattoi” e che rappresenta da un decennio la più grave incompiuta della città, forse assieme alla circonvallazione ovest in fase di realizzazione da 13 anni e non ancora ultimata.

Ma se per quest’ultima le speranze sono concrete e i tempi potrebbero essere brevi, per l’ex Cattoi i punti di domanda restano tanti e sono legati ad un complesso giro di autorizzazioni e proprietà tra pubblico-privato nonché al prezzo ancora proibitivo dell’area.

La cronaca si deve occupare periodicamente di quanto accade in quella parte di lungolago. La grande spianata è ora utilizzata come parcheggio per le autovetture, con una sezione destinata ai pullman e un’altra in prestito alla Fraglia Vela Riva che ci parcheggia i carrelli delle imbarcazioni più ingombranti durante gli eventi velici. Il parcheggio per le auto è pure a pagamento nei mesi estivi, tornando ad essere gratuito in quelli invernali.

Già questa è una scelta non del tutto condivisibile, considerando che anche in estate sono frequenti le giornate in cui il grande sterrato si presenta pressoché deserto. Le cose cambiano durante i ponti primaverili, in occasione di eventi come il Bike Festival, la Notte di Fiaba, l’Expo, quando il parcheggio torna a riempirsi e portare risorse importanti nelle casse di Apm, la società che gestisce la sosta in città.

Se lo sterrato rappresenta ancora oggi un “vuoto” urbanistico a tratti incomprensibile, ciò che si trova poco più a sud rischia ora di diventare luogo di disperazione e pericolo. Il relitto industriale della “Cattoi”, infatti, è ancora lì. Sventrato e desolato come ogni rudere. Solo che in tempi come questi qualche disperato che ha bisogno di un tetto c’è sempre e quegli spazi abbandonati diventano rifugio per chi non ha alternative.

La situazione è stata segnalata più volte (come accaduto ad esempio per il rudere del “5 maggio” in centro), ma senza grandi risultati. In più, già due volte nell’ultimo mese, i vigili del fuoco di Riva sono dovuti correre a spegnere altrettanti principi d’incendio sicuramente di matrice dolosa. Fuoco alla montagna di rifiuti abbandonata all’interno. Ma a pochi passi da materassi e padelle di chi ancora bivacca in quegli ambienti.

Lo sblocco dell’area ex Cattoi ormai non è più soltanto una questione di eleganza urbanistica. Ma anche di ordine pubblico e sicurezza.

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