I cristalli di grotta Silvia

In Brenta, a due passi dal rifugio Agostini, stalattiti e stalagmiti di ghiaccio in due antri scoperti 13 anni fa nel comune di San Lorenzo in Banale

La grotta Silvia a quota 2500, nel cuore del Brenta ad una ventina di minuti dal rifugio Agostini – rappresenta la meta eccezionale di quest'estate da dimenticare in attesa finora inutile del bel tempo.

Una grotta eccezionale per il suo valore di gioiello naturale nascosto nelle viscere della montagna lungo un ripido pendio che scende sin nel fondovalle in Val d'Ambiez ma eccezionale per i pochi escursionisti, che nonostante gli avvisi meteorologici si spingono fino al rifugio Agostini.

Scoperta nel 2001 dal gruppo speleologico di Arco, la grotta prende il nome dalla signora Silvia Calvetti che all'epoca gestiva il rifugio “Cacciatore”, poco più in basso. Era stata lei a segnalare la presenza di alcune fessure nella montagna, notate l'autunno precedente, durante una battuta di caccia al seguito di amici di San Lorenzo, abituali frequentatori del locale.

La vasta conca d'Ambiez, negli ultimi anni, è stata studiata palmo a palmo da diversi gruppi speleo per via della sua formazione carsica e la presenza di cunicoli e piccole e grandi spelonche. E' recente la scoperta di un enorme antro proprio in questi mesi estivi. Il sindaco di San Lorenzo Gianfranco Rigotti parla del maggiore, tra quelli finora radiografati nell'intero gruppo Brenta. Le piogge e le alte temperature di queste ultime settimane hanno sciolto il tappo nevoso che ostruisce l'ingresso a Silvia consentendo in tal modo l'accesso ai due antri di notevoli proporzioni dal pavimento interamente ghiacciato con formazioni frutto delle colate invernali di neve e ghiaccio attraverso pertugi sommitali.

Lo sviluppo di Silvia è di circa 150 metri. Una delle grotte raggiunge i 20 metri di altezza. Lo strato ghiacciato supera i 17 metri di profondità. Gli esperti parlano di deposito millenario e di ghiacciaio ipogeo. L'accesso per disposizione municipale è consentito solo per brevi lassi di tempo, ad un numero ridotto di persone e solo con l'accompagnamento di guide autorizzate.

Tra i recenti visitatori anche il vescovo Bressan, munito di ramponi e frontalini, così come la piccola comitiva che con lui aveva raggiunto l'Agostini, il 9 agosto scorso, giornata tormentata all'insegna del brutto tempo in fondovalle al primo mattino, del sole all'alba oltre i 2000, alla nebbia, al freddo e alla pioggia per il resto della giornata.

Bressan aveva voluto raggiungere il rifugio in segno di solidarietà con gli operatori del settore in grosse difficoltà per il venir meno della tradizionale clientela. Di proprietà SAI, l'Agostini era stato fortemente danneggiato da una valanga, con la perdita di 20 posti letto sui 60 disponibili e il necessario intervento tampone in attesa dei lavori di consolidamento preventivati per una spesa di circa 300 mila euro. Dall'attuale gestore Roberto Cornella, dal padre Ignazio che con la consorte Maria Floriani da 1976 al 1992 aveva gestito il complesso alpino, prima di passare il testimone a Roberto appunto, mons. Bressan è stato aggiornato sulle peripezie affrontate per rendere accessibile e funzionale il rifugio con giornate e giornate di lavoro con l'aiuto di volontari e degli uomini del Soccorso alpino di San Lorenzo. Nella neve ammassata, dura come il legno, è stato aperto un varco con le motoseghe. Il sentiero di accesso è stato liberato solo a metà luglio quando raggiungeva ancora un'altezza di 3 metri e mezzo.

La stagione partita in grave ritardo – come sottolineano anche al “Cacciatore”, a Baesa e i tassisti della valle – non ha dato per ora i frutti sperati ai coniugi Roberto e Anita Cornella che hanno accolto la visita del vescovo con i tre figli Leonardo, Emanuele e Sara e il personale di servizio. Roberto con regolare autorizzazione del sindaco Rigotti ha prestato il suo servizio di guida nella grotta che è stata benedetta dall'Arcivescovo come meraviglia della natura, di grande interesse scientifico.

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