Verso le periferie, incontro all’uomo

L'intervento di Antonio Spadaro e il dialogo tra Luciano Violante e Javier Prades al Meeting di Rimini

Prendiamo due incontri fra i tanti proposti al Meeting di CL a Rimini, dedicato quest’anno alle “periferie del mondo e dell’esistenza”, verso cui andare sapendo che “il destino non ha lasciato solo l’uomo”. Un tema, quello delle periferie, che papa Francesco ha posto al centro dei suoi discorsi e della sua azione.

L’incontro con Antonio Spadaro, direttore della rivista Civiltà Cattolica, ha offerto un’immagine inedita di Jorge Mario Bergoglio perché il giornalista, sacerdote gesuita come lui, lo ha intervistato a lungo poco dopo la sua elezione al soglio pontificio. “Uscire da se stessi, dalle chiese e andare nelle periferie – ha spiegato Spadaro –, per papa Francesco vuol dire immergersi completamente nella realtà, scegliere il mare aperto dove incontrare non i ruoli ma le persone. Guardando l’orizzonte e avendo Cristo al centro”. “Questo papa – ha proseguito – respinge il concetto di identità cristiana intesa come un pensiero preconfezionato o come la falsa e ipocrita sicurezza di chi si nasconde dietro leggi, principi e risposte di comodo anche se tratte dal Vangelo. No, per Francesco – ha insistito Spadaro – l’identità cristiana c’è quando si mostra dove sta la propria speranza, se emerge “l’attrattiva per Gesù” (titolo di un libro di Luigi Giussani presentato anni fa a Buenos Aires dall’allora arcivescovo Bergoglio). Attrattiva che, come tutti gli amori, non lascia tranquilli e spinge verso l’altro. Con la coscienza che “la verità è un incontro”: non una dottrina da imporre ma un bene e una bellezza umana che si compiono in un rapporto. Quello di papa Francesco, per Spadaro, è un “pensiero in cammino”, sempre “incompleto” per sottomettere le idee alla realtà, teso a cercare e a trovare Dio in tutti gli incontri, in ogni cosa e anche nei posti “sbagliati”. Nelle periferie, appunto.

Il dialogo tra Luciano Violante – già presidente della Camera e della commissione parlamentare antimafia – e Javier Prades, teologo e rettore dell’Università San Damaso di Madrid, si intitolava: “Giustizia e gratuità”:

“Il capitalismo finanziario oggi dominante ha imposto l’idea che tutto si può negoziare, contrattare, che tutto ha un prezzo”, ha esordito Violante citando anche l’ultimo Festival dell’economia di Trento, dove un premio Nobel ha suggerito di pagare i politici come gli amministratori delegati delle spa. “Ma la spa – ha obiettato – lavora nell’interesse degli azionisti, mentre l’attività politica deve perseguire il bene di tutti, sul terreno della gratuità”. “Su molte cose si può cedere e negoziare – ha osservato Violante –, ma occorre che vi sia qualcosa che non si compra e non si vende perché una società si salvi”. “La gratuità pone un limite alla contrattazione permanente e permette di costruire una scala di valori che è ciò di cui oggi si sente maggiormente la mancanza”.

Secondo Prades il problema è che “nell’uomo di oggi prevale l’idea dell’autonomia assoluta, che tutto gli è dovuto, che ci si costruisce da sé e si ‘merita’ il proprio successo. Per cui si perde la dignità quando si riceve qualcosa gratuitamente”. “Eppure – ha ragionato Prades – ci ripugna immaginare che in tutti i nostri rapporti qualsiasi gesto apparentemente gratuito fosse in realtà dettato dalla prevaricazione”. Il fatto è che della gratuità – in una sua canzone Giorgio Gaber la chiamava “illogica allegria” – abbiamo strutturalmente bisogno per vivere. Perché senza gratuità la giustizia e l’economia diventano disumane.

Al Meeting di Rimini ha partecipato in forma privata anche l’arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan, che ha concelebrato la messa di apertura, seguito un incontro sulla situazione dell’Etiopia e visitato la mostra sul poeta francese Clarles Peguy a cent’anni dalla sua morte.

Antonio Girardi

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