Gaza riparte dalla scuola

L’ultimo conflitto tra Hamas e Israele, durato 50 giorni e terminato con il cessate il fuoco del 26 agosto (il più lungo e sanguinoso dal 1967), ha ulteriormente aggravato una condizione umanitaria che era già disastrosa nella Striscia di Gaza. Le operazioni militari hanno causato un bilancio senza precedenti di vittime – di cui si stima che il 75% siano civili e di questi il 32% bambini (più della metà sotto i 12 anni) – con un numero elevato di feriti; almeno 501 bambini sono stati uccisi a Gaza e oltre 3.374 sono stati feriti (fonte: Unicef). Più del 50% delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie sono state distrutte o gravemente danneggiate, lasciando la popolazione senza servizi. Le principali aree industriali sono state colpite con serie ripercussioni sull’economia e il sistema produttivo.

L’Unicef e il ministero dell’Istruzione palestinese stanno sostenendo la campagna “Back to School” per il diritto dei bambini ad andare a scuola. Secondo il Ministero palestinese dell’Istruzione, 26 scuole governative sono state completamente distrutte e almeno 207 (comprese 72 sotto la direzione dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi) hanno subito vari livelli di danni.

Per garantire l’inizio dell’anno scolastico a Gaza, partito lo scorso 14 settembre, sia pure in ritardo proprio a motivo del conflitto, l’Unicef ha svolto un ruolo cruciale. L’impegno per l’organizzazione è ora quello di riparare nei prossimi mesi 108 delle 122 scuole di Gaza lesionate e di ricostruirne altre 15 che sono state completamente distrutte. Ma avrà bisogno di ricevere finanziamenti adeguati. Per questo l’Unicef fa appello ai donatori, anche singoli cittadini. Per informazioni: www.unicef.it.

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