200 km, sempre uguali e sempre diversi

Cara Vita Trentina

Ma perché io non ho dei genitori “normali” che concepiscono le vacanze come un lasso di tempo dedicato al divertimento? I miei genitori invece intendono la parola “vacanza” come sinonimo di “fatica” o meglio come “allenamento alla fatica”.

Ti chiederai perché ti dico questo. Bene.

Tutto iniziò verso Natale. La mamma, dopo l’esperienza del Cammino di Santiago che abbiamo fatto l’estate dello scorso anno percorrendo oltre 150 km a piedi, ci ha lanciato la nuova proposta per quest’anno, una nuova meta: il “Cammino di San Francesco d’Assisi” che dal santuario de La Verna conduce dopo quasi 200 km ad Assisi.

A cuore aperto io e mia sorella, che anche l’anno scorso  faceva parte della compagnia, abbiamo pensato di rivolgere la proposta anche ad Ale e Simmi, nostri amici, per condividere con loro questa esperienza, per loro nuova.

E così, ad agosto, siamo partiti con i nostri zaini, contenenti poche essenziali cose ed indumenti per affrontare le giornate. In macchina abbiamo raggiunto il punto di partenza a La Verna, il santuario arroccato su di una roccia in mezzo alla boscaglia; un luogo molto suggestivo. Da lì, dopo aver soggiornato per la nostra prima notte, siamo partiti alla volta di Assisi dopo aver ricevuto la “benedizione del pellegrino” con la quale ogni mattina i frati conventuali salutano coloro che sono in viaggio attraverso la terra di Francesco.

E’ iniziato così il nostro cammino, sempre uguale ma sempre diverso, ripido ma anche pianeggiante, fatto di silenzi, ma anche di risate, bello ma anche faticoso, insomma un cammino che tappa dopo tappa ci ha fatto capire che ne valeva la pena.

Abbiamo potuto sperimentare la bellezza dell’ospitalità, la disponibilità ed il sorriso delle persone e le testimonianze dei tanti frati che abbiamo incontrato. Ho capito che in fondo per essere felice basta poco.

La cosa più bella in assoluto è stata arrivare ad Assisi: l’emozione a mille e le lacrime agli occhi. Ecco quello che mi è rimasto scolpito nel cuore. Ti chiederai perché. E io ti dico: prova! E poi dirai tu il tuo perchè”.

Francy

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