La fame nascosta

E' difficile da individuare, ma potenzialmente devastante: la fame nascosta colpisce 2 miliardi di persone al mondo. E se è vero che a livello globale la fame è in calo, il numero di persone affamate nel mondo (805 milioni di persone) rimane “inaccettabilmente alto”, afferma l’Indice globale della fame (Global Hunger Index, GHI), il rapporto pubblicato da International Food Policy Research Institute, Concern Worldwide e Welthungerhilfe e diffuso in Italia dall'organizzazione non governativa Cesvi, con il patrocinio di Expo 2015.

Il rapporto rileva un declino della fame a livello mondiale, confermando la tendenza evidenziata nello Stato sull’insicurezza alimentare nel mondo dalla FAO, che ne discute in questi giorni a Roma. Ma le medie globali nascondono drammatiche differenze: l’Asia meridionale e l’Africa subsahariana presentano ancora un grave livello di fame. Dei 120 Paesi analizzati, due (Burundi ed Eritrea) sono in condizioni estremamente allarmanti, 16 (tra cui Haiti, India, Mozambico) hanno un livello di fame allarmante e 37 (tra cui Zimbabwe, Uganda e Kenya) sono gravi.

E c’è la fame nascosta, una forma di sottonutrizione che si verifica quando l'assunzione e l'assorbimento di vitamine e minerali sono troppo bassi per garantire buone condizioni di salute e di sviluppo. Indebolisce il sistema immunitario, compromette lo sviluppo fisico e intellettuale, e può portare alla morte. Se la comunità internazionale ha ormai da tempo riconosciuto l’importanza della sicurezza alimentare, non sempre ha accordato alla sicurezza nutrizionale l’attenzione che si merita. Ogni uomo, donna o bambino ha il diritto ad alimenti adeguati, in quantità e qualità sufficienti a soddisfare il proprio fabbisogno. Una delle sfide principali per il futuro è quella di mettere l’accento sulla qualità della dieta, per affrontare ed eliminare la fame nascosta.

Spunti di riflessione da approfondire nella Giornata Mondiale dell'Alimentazione (16 ottobre), approfittando delle proposte che anche a livello locale non mancano, dalla proiezione di cortometraggi d'animazione ad approfondimenti sul ruolo dell'agricoltura familiare per garantire il diritto al cibo (si veda a pagina 18).

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