Parkour mania

Primi corsi in Trentino di questa nuova disciplina metropolitana. I gemelli Lorenzo e Giulio Marcadent: “Impari a conoscere il tuo corpo ed i tuoi limiti”

Ragazzi che saltano da un marciapiede all'altro, scavalcano una panchina, scattano in velocità e dribblano i passanti. Pazzi scatenati? No, stanno solo facendo parkour, una nuova disciplina sportiva, che esiste già dagli anni '90, ma che a Rovereto è arrivata solo da poco grazie ai gemelli Marcadent. Due ragazzi, classe 1993, che il parkour lo hanno visto per la prima volta su alcuni video e che da quel giorno non hanno più pensato ad altro. Da piccoli i loro amici giocavano tutti a calcio, loro no, praticavano il parkour. Tutto da autodidatti, perché allora nessuno conosceva questo tipo di disciplina, che per i due è diventata quasi una filosofia di vita. E con il passare del tempo, dai primi salti i gemelli sono passati ben presto ai salti mortali, fino ad affrontare gli ostacoli più insidiosi.

Ora, dopo tanti anni passati ad allenarsi, sono in grado di insegnare questo sport, ed il loro obiettivo è proprio questo: creare una comunità di parkouristi, iniziando a coinvolgere anche i più piccoli, spiegando ai loro genitori che il parkour non è qualcosa di strano, ma uno sport come tutti gli altri. “Anzi, è meglio di altri, perché, oltre a divertirti, impari a conoscere il tuo corpo ed i tuoi limiti, acquisendo via via più sicurezza in te stesso”, spiega Lorenzo Marcadent che assieme al gemello Giulio e a Niccolò Citroni ha portato per la prima volta il parkour in Trentino.

Il parkour è una pratica metropolitana nata in Francia che consiste nell'eseguire un percorso, cercando di superare tutti gli ostacoli e di adattarsi all'ambiente. Dai semplici attrezzi disposti in una palestra, a panchine, marciapiedi e muretti cittadini.

“Il parkour – continua Lorenzo – che proponiamo ai nostri corsisti mischia anche un po' di freerunning, ossia la capacità di compiere evoluzioni nel vuoto, ma di base questa pratica nasce da un metodo di addestramento francese”. Fu infatti l'ufficiale Georges Hébert ad ispirare nei primi del '900 le future generazioni di parkouristi: il suo metodo si basava sul principio che il miglior modo per allenare un uomo era farlo esercitare nei movimenti naturali che sa fare. “Ora questa pratica è diventata un’arte di movimento all'interno di un luogo a cui ti devi adattare. La prima cosa infatti che insegniamo ai ragazzi è proprio imparare a prendere consapevolezza del proprio corpo, cominciando con i primi salti sul posto per poi arrivare – e questo è il bello – a praticare questo sport ovunque”, spiega Lorenzo che, oltre ad insegnare ai ragazzi nella palestra di Mori di via Lomba, allena anche all'aperto, quando si può. Dalla piazzetta di Mori, a Noriglio, ai vari boschetti, al Brione. Ogni posto è buono per il parkour, specie più si diventa bravi.

Se all'apparenza questo sport può sembrare più pericoloso di altri, nella realtà è tra quelli in cui si verificano meno incidenti: “Ci si fa più male a giocare a calcio – afferma Lorenzo -, il parkour non è come gli altri sport. Ci sei tu ed il tuo corpo, e più impari a conoscerti, e noi insegniamo proprio questo, più sei sicuro che non sbaglierai. Non c'è nessuno che può venirti addosso, ci sei solo tu, e gli altri ti possono aiutare a migliorarti ogni volta”. Perché, oltre alla determinazione, l'amicizia e l'essere uniti sono le prime cose che si imparano facendo parkour. “Sembra impossibile, ma con costanza ed allenamento lo possono fare tutti”, conclude Lorenzo.

Per provare, ogni sabato e venerdì nella palestra di Mori, sotto gli spalti dello stadio, in via Lomba, con l'associazione Naturalstyle, i gemelli propongono due corsi per ragazzini dai 10 ai 14 anni e per i più grandi. Il venerdì dalle 19 alle 20.30 (per i più piccoli) e dalle 20.30 alle 22 (per i più grandi). Ed il sabato, stessa cosa, dalle 17 alle 18.30 e dalle 18.30 alle 20. Per informazioni: tel. 3466396644; www.natural-style.it.

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