Il giovane Montini e la politica

I corsi estivi con la Fuci alla Mendola, la conoscenza di Degasperi e don Delugan, l'antifascismo

La Fuci, all'epoca, era orientata verso una prevalente attività di formazione culturale e religiosa, senza tuttavia trascurare temi di cultura politica e sociale e lasciando liberi i propri soci di svolgere un individuale impegno nel Ppi (Partito Popolare).

Sacerdote illuminato e uomo promettente in campo culturale, Montini, che aveva aderito al gruppo culturale “Fionda” in grado di competere con Fuci e Azione Cattolica, frequenterà anche in più occasione i corsi estivi dell'Università cattolica di padre Gemelli alla Mendola in Alta valle di Non. Da Ronzone scrive due lettere ad altrettanti amici il 6 e il 29 agosto 1920. Altre tre lettere, negli stessi giorni, riportano la data, ma non il nome dell'interlocutore. Una è scritta da San Romedio il primo settembre 1920. Ad un amico, Andrea, confida di “voler riviver cogli amici” e butta lì in forma scherzosa le aspirazione di un mondo giovanile che “tende alla conquista del mondo”, mentre “Fionda” gli sta rubando l'ultima parte del tempo libero che pensava di destinare ad altro. In un altro scritto dice di cercare in mancanza d'altro “il meglio, cioè la viva preghiera, che Dio pone a condizione del suo aiuto e della sua salute: preghiera doverosa e facile quando penso alla vita cristiana e fervente di giovinezza ch'io ho attinto, senza merito o quasi senza volerlo” negli ambienti giovanili”.

La conoscenza fra Montini e Degasperi risale al 1920 in occasione del primo Congresso fucino dopo la guerra che si tenne a Trento, confermando l'impegno di una formazione religiosa e spirituale a fronte delle montanti tensioni politiche. Giovanni Battisti Montini era ben conosciuto anche da don Giulio Delugan, fondatore nel 1926 di “Vita Trentina” e suo primo direttore. I due sacerdoti si erano conosciuti sin da primi anni Venti quali animatori di circoli universitari cattolici. Fra di loro resta anche uno scambio di lettere nel 1930 con il ricordo di un recente incontro a Levico e la prospettiva di un pellegrinaggio alla Madonna di Pietralba con i ragazzi.

Nel 1925 si accentuano gli attacchi fascisti alle organizzazioni cattoliche e in particolare alla Fuci. Con molti rappresentanti di organismi cattolici e dei soppressi Ppi e Azione Cattolica (Sturzo, Degasperi, Donati, Ferretti), Montini manifestò forti perplessità e riserve nel 1929, in occasione della firma del Concordato. Il 13 agosto 1929 è documentato un incontro tra Degasperi e Montini a Sella Valsugana.

Nominato nel 1937 Sostituto per gli Affari Ordinari, esercitava il suo ministero sacerdotale in Vaticano, nella parrocchia di Sant'Anna e nella Chiesa di San Pellegrino. La sua predicazione era seguita da molti ex, tra i quali Alcide Degasperi che, controllato e vessato dal regime, grazie all'aiuto dell'amico don Battista, aveva trovato, nel 1939, un lavoro nella Biblioteca Vaticana. Dai rapporti epistolari di mons. Giovanni Battista con il padre, si evince che Degasperi figurava costantemente nella lista delle sue principali frequentazioni amicali. Incontri che sancivano una sempre maggiore sintonia e un vero affiatamento personale tra i due, entrambi convinti antifascisti. Montini nel 1932 aveva fatto pubblicare su “Studium” una recensione a Croce di Degasperi (firmata con uno pseudonimo) dal contenuto anti-cesarista, cosa che si ripeté nel 1935, a seguito del XXI Congresso nazionale della Fuci, celebrato a Trento dal 3 all'8 settembre 1934 con un altro intervento di Degasperi su “L'illustrazione Vaticana” di un articolo su Jacques Maritain. Conteneva un messaggio, approvato da Montini, volto a formare l'elite culturale cattolica con la proposta di un modello di cattolicesimo militante, legato all'impegno sociale.

Degli stretti collegamenti fra Montini e Degasperi parla in un'intervista anche la moglie Francesca Degasperi, testimoniando che molti incontri “quasi clandestini” fra di loro avvenivano in campagna, in casa di amici fidati, dove si discuteva di “speranza in una rinascita di libertà”.

Dopo la scoppio della guerra (1940) gli stessi amici, in occasione delle grandi festività, come il Natale e il Capodanno, si incontravano per pregare “per i morti di ogni frontiera senza distinzione di idee e di patrie”.

Dai primi mesi del 1943 si intensificarono le riunioni politiche riservate, già avviate l'anno prima, da parte di Degasperi ed altri ex popolari con l'obiettivo di riorganizzare le fila dei democratici cristiani e di dar vita a Roma ad un Comitato interpartitico antifascista.

Al crollo del fascismo (luglio 1943) ci fu un incontro fra esponenti cattolici di varie tendenze, nel corso del quale Degasperi, sostenuto da Montini, avanzò l'ipotesi dell'unità politica dei cattolici intorno alla Democrazia Cristiana. Dopo l'arresto di Mussolini vennero tempestivamente pubblicate e diffuse le “Idee ricostruttive della Democrazia Cristiana” redatte da Degasperi e riviste da Giuseppe Spataro e Giovanni Gronchi.

S'accentuarono in quella fase storica i rapporti fra lo statista trentino e Montini, preoccupati entrambi per le decisioni da assumere, quasi subito bloccate dall'Armistizio dell'Italia con gli Alleati, firmato l'8 settembre 1943. Ciò indusse i cattolici di ogni tendenza a incontrarsi clandestinamente nella Roma occupata dai nazisti, mentre la Chiesa di Papa Pio XII, con Montini in Segreteria di Stato, era impegnata a fare ogni sforzo per salvare in conventi ed edifici ecclesiastici ebrei e antifascisti.

Montini sarà davanti a tutti anche negli aiuti agli Internati militari italiani in Germania. La casa dei Montini a Brescia per ritorsione fu occupata dai tedeschi e una cognata arrestata dalle SS.

La leadership nel 1944 di Degasperi alla guida del nuovo partito democratico di cattolici con il problema di mettere insieme i vecchi popolari e le forze più giovani viene riconosciuta dalle varie formazioni. Lo staff dirigenziale è tutto legato a Montini. Altro referente diventa Giorgio La Pira, interprete dell'esigenza montiniana di una rielaborazione italiana originale del maritainismo. Degasperi, Moro, Dossetti saranno gli interpreti di punta del moderno pensiero cristiano, nel 1947, in sede di formulazione della Costituzione repubblicana.

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