Fossil of the Day tra due emisferi

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Trofei pronti per essere consegnati, un podio per le premiazioni e tanto pubblico in attesa. Questo è il panorama che si presenta ogni giorno alla COP20 poco prima delle ore 18 quando sta per essere consegnato il Fossil of the Day. Il riconoscimento è un’iniziativa del gruppo CAN (Climate Action Network) che dal 1999 consegna durante Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici un premio a quegli Stati che hanno fatto del loro meglio per rallentare i progressi nei negoziati in corso.Giovedì, 4 novembre, l’Unione Europea si è classificata al secondo posto per aver proposto un periodi di impegno spalmato su 10 anni. La giustificazione adottata dall’Europa per giustificare questa proposta è stata l’impossibilità di muoversi diversamente da quanto previsto dal Pacchetto Clima-Energia 2030. Lo staff di CAN ha criticato questa dichiarazione invitando invece ad adottare un periodo di 5 anni al fine di riuscire a catturare meglio le dinamiche di cambiamento della politica interna e della situazione energetica. Questo è visto come l’unico modo per non evitare di rimanere imprigionati in ambizioni modeste e per far sì che la politica tenga il passo con i più recenti lavori scientifici.Sul primo gradino del podio è salita invece l’Australia. A farle meritare il premio è stata la dichiarazione di mantenere il tema “perdita e danni” (in gergo Lost and Damage) come una questione di adattamento. Questo risulterebbe in forte contrasto con ciò che alcuni Stati come ad esempio quelli dell’Africa Group, fra i più vulnerabili agli impatti climatici, vorrebbero avere nei futuri accordi, ossia la considerazione del Lost and Damage come una questione separata da quella dell’adattamento.“Non è possibile adattarsi se la tua fattoria diventa un deserto”, dice il carismatico presentatore di CAN, tra un pubblico che accoglie il podio completato senza applausi ma solo con lunghi buuu.Alice Tomaselli
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