Firme sull’educazione sessuale

Anche in Trentino varie associazioni si sono attivate per la petizione popolare stilata da ProVita Onlus, l’Associazione Italiana Genitori (AGe), l’Associazioni Genitori delle Scuole Cattoliche (AGeSC), Movimento per la Vita e Giuristi per la Vita “affinché i nostri figli possano trovare nella scuola, non ideologie destabilizzanti come l’ideologia gender, ma progetti, corsi e strategie educative che permettano uno sviluppo sano della loro personalità, in armonia con la famiglia e con le istanze etiche, rispettosi di tutti ed in primis della natura umana”. Oltre ai promotori hanno aderito il Coordinamento Famiglie Trentine, il Centro Italiano Femminile, l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, Libertà e persona, Nuovi Orizzonti che parlano di “una vera e propria emergenza educativa, in particolare per quanto riguarda le tematiche dell’affettività e della sessualità”.

Secondo i promotori, “attualmente i progetti educativi in questo ambito vengono spesso presentati richiamando l’esigenza di lottare contro la discriminazione. L’intento in sé potrebbe essere lodevole se ciò significasse educare gli studenti a rispettare ogni persona e a non rendere nessuno, a causa delle proprie condizioni personali (disabilità, obesità, razza, religione, tendenze affettive, ecc.), oggetto di bullismo, violenze, insulti e discriminazioni ingiuste. In realtà – sostengono – il concetto generico di “non discriminazione” nasconde molto spesso: la negazione della naturale differenza sessuale e la sua riduzione ad un fenomeno culturale che si presume obsoleto; la libertà di identificarsi in qualsiasi “genere” indipendentemente dal proprio sesso biologico; l’equiparazione di ogni forma di unione e di “famiglia”; la giustificazione e normalizzazione di quasi ogni comportamento sessuale”.

La petizione chiede sia “rispettato il ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità” , che si educhi “a riconoscere il valore e la bellezza della differenza sessuale e della complementarietà”, che si porti a riconoscere che l’attività sessuale non si riduce alla dimensione del piacere, ma che comporta delle conseguenze gravi e dei doveri importanti. 

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