Il Truck Team di Rovereto porta il cinema sulla via della seta

I volontari in viaggio verso la Mongolia per potare film, musica e giocoleria in scuole e orfanatrofi
Da Rovereto alla Mongolia con il cinema sulle spalle, proiettore in una mano e bobine nell’altra. Otto mesi di viaggio, sedicimila chilometri da percorrere su quattro camion camperizzati per dodici volontari, per lo più roveretani, pronti a incontrare i bambini di tutto il mondo, con la forza delle immagini.Si tratta del progetto di un gruppo di amici, il “Truck Team”, che dal 2009 organizza viaggi on the road, cercando di arrivare in villaggi irraggiungibili, assieme all’aiuto di “Lezards Migrateurs” e all’ong “Bambini nel Deserto” che ha vari sedi in tutta Italia, anche a Rovereto.

“Documentario o fiction, il cinema fa parte del capitale culturale indispensabile per un’educazione aperta al mondo d’oggi. Attraverso le immagini i bambini possono non solo consolidare la lingua parlata ma anche apprendere la comunicazione non-verbale, decisiva per lo sviluppo dell’immaginario e dello spirito critico” spiega Francesca Truzzi, che assieme ad altri trentini, come Davide e Lorenzo Bortot, Andi Stefo, Andrea Festi e Nicolò Benaglia, farà parte del Truck Team. Una lunga carovana di volontari, che partirà il 16 marzo da Rovereto, pronta ad attraversare Romania, Bulgaria, Turchia, Armenia, Azerbaidjan, Kazakhistan, Uzbekistan per raggiungere infine la Mongolia.

Dodici viaggiatori tra i 25 e i 50 anni, provenienti da diverse esperienze, che porteranno film, musica e giocoleria nelle scuole, orfanotrofi e in tutte le realtà che incontreranno lungo la via della seta. Lo stesso tragitto che percorrevano i venditori ambulanti, assieme alle popolazioni nomadi che emigravano da un luogo all’altro, favorendo così una mescolanza di culture e saperi. Ed è proprio sul miscuglio di conoscenze che si basa l’intero progetto del “Truck Team”.

“Scambio e condivisione sono i fili conduttori dei nostri viaggi”, continua Francesca. “È da questo punto di vista che affrontiamo l’incontro con altre popolazioni, condividendo non dei beni materiali, ma delle immagini”. In ciascuna tappa del loro viaggio, i volontari di Parallelo 49 isseranno la tela dello schermo sui loro camion, equipaggiati con un impianto fotovoltaico, su cui proietteranno vari tipi di spettacoli. Da documentari a film, tutti senza dialogo per garantirne il loro aspetto universale, e tutti incentrati soprattutto su tematiche legate alla natura.

E se qualcuno potrebbe obiettare sulla necessità di portare attività come il cinema e l’arte in contesti dove sono altri i bisogni primari, i ragazzi del Truck Team sottolineano come di fatto tutto il progetto si basi su un reciproco scambio tra società. “Questo viaggio è prima di tutto un’attività artistica e un desiderio di conoscenza reciproca. Siamo certi che non risponde ai bisogni delle popolazioni che incontreremo. Nonostante questo siamo convinti che la promozione della salute non derivi solo dal settore sanitario, ma passi anche dal libero accesso alla cultura e dalla creazione di momenti di svago per regalare sogni e sorrisi”.

Un’impresa, questa, che tra le altre cose ha ricevuto il sostegno da parte di artisti ed altre personalità. Per primo il regista Emir Kusturica, in linea con l’idea comune dei volontari, ossia che la cultura debba essere libera di viaggiare e di incontrare i sogni, le volontà, il coraggio, i ricordi e le sfide. Durante il viaggio verrà inoltre girato un documentario di 52 minuti senza parole, focalizzato sulle scelte di vita del gruppo, sul loro modo di viaggiare e sulle relazioni che nasceranno dai loro incontri.

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