Economia trentina, in crescita l’export

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Nel 2014 il fatturato realizzato dalle imprese trentine in ambito provinciale è diminuito del 2%, rispetto al 2013, mentre quello realizzato fuori provincia è aumentato del 2,7% e quello relativo al mercato estero è cresciuto del 6,8%. Questi alcuni dei dati più caratterizzanti della fase economica attraversata lo scorso anno dalle imprese trentine rese note dal Presidente della Camera di commercio di Trento, Gianni Bort, in occasione della 13esima Giornata nazionale dell’economia organizzata dal 2003 da Unioncamere.“Sulla tanto attesa inversione di tendenza della congiuntura economica anche in Trentino, dopo i timidi segnali di ripresa in Italia – ha affermato Bort – prevale il senso di incertezza per il futuro da parte degli imprenditori”.  L’export per tutto il 2014 ha svolto l’azione di attenuazione degli effetti della crisi sull’economia locale, caratterizzata da un calo della domanda interna, e dal perdurare della crisi in settori come le costruzioni (-10,7% ), trasporti (-2,9) e artigianato (-1,4%). La domanda internazionale ha portato beneficio, tuttavia, alle imprese di medio-grande dimensione con oltre 50 addetti, che hanno comportato una crescita complessiva del fatturato delle aziende del 1,6% rispetto al 2013, trainato dal settore manifatturiero. Per quanto riguarda l’occupazione, il 2014 ha dimostrato una sostanziale stabilità, con un calo registrato in particolare per le piccole imprese, prevalentemente nel settore dell’edilizia e dell’estrattivo. Le ore autorizzate di cassa integrazione sono poco più di 5,3 milioni, mentre erano 4,3 milioni nel 2013. Nel complesso il tasso di disoccupazione cresce di poco passando da 6,5% del 2013 al 6,9% del 2014, positivo rispetto al dato nazionale del 12,7%, ma negativo rispetto all’Alto Adige che si ferma al 4,4%. Ciononostante, nel 2014 si registra un lieve aumento dell’occupazione che in un anno passa dal 65,5% al 65,9%. La probabilità di trovare un’occupazione in Trentino cresce parallelamente al grado d’istruzione, passando dal 29% , per chi ha la licenza elementare, all’80,7% per chi possiede una laurea. Aumenta la disoccupazione maschile dal 54,% al 6,1%, stabile, invece, quella femminile dal 7,9% al’8%. (Ansa) 
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