Grexit, prof. Cerea: “Niente panico, pesa poco in Ue”

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Il destino della Grecia resta appeso a un filo. Il Paese è un passo dal baratro.

Oggi scade infatti la rata del prestito da 1,6 miliardi che il paese ellenico deve rimborsare al Fondo Monetario Internazionale, rimborso che Atene non intende rispettare: saranno gli elettori a decidere con il referendum del 5 luglio se accettare o meno la proposta dei creditori internazionali. Sostanzialmente  i greci sceglieranno se restare o meno nell’Eurozona. Oggi a mezzanotte termina anche il programma di aiuti della troika.

Le incognite fino al giorno del referendum sono molte. Intanto a pagare sono i cittadini con le banche chiuse per tutta la settimana e i prelievi di denaro limitati a 60 euro.

Cosa succederà nell’immediato? Quali ricadute potrebbe avere la crisi greca  nel resto d’Europa?

“Dal punto di vista economico la Grecia non è un pilastro all’interno dell’eurozona,  pesa appena il 2 per cento del Pil europeo”   interviene ai nostri microfoni il professor Gianfranco Cerea docente di scienza delle finanze dell’Università di Trento.   

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