Quegli attentati all’ambiente

Nel gennaio scorso la multinazionale Shell ha ritenuto più “opportuno” arrivare ad una transazione extragiudiziale risarcendo con 70 milioni di euro le popolazioni del delta del Niger, il cui habitat era stato invaso da una fuoriuscita dai pozzi pari a migliaia di barili di petrolio.

In Colombia, secondo Paese al mondo per numero di sfollati interni, visto che i contadini sono costretti a lasciare la terra che hanno sempre coltivato a favore dei latifondisti, alcune comunità indigene promuovono gli acquedotti comunitari contro il modello energetico delle grandi società.

New York in una sola notte consuma tanta energia elettrica quanto l’intera l’Africa in un anno. Sempre in Africa, per via del “land grabbing”, letteralmente “accaparramento della terra”, molti stranieri, e i fondi di investimento, affittano la terra per cent’anni scacciando chi l’ha sempre lavorata, ma non ne detiene la proprietà.

Pillole informative, tra le tante, dell’affollata serata di presentazione del progetto “Il rifiuto della Terra. Perché non restano nel loro Paese”, promosso dal Gioco degli Specchi. A novembre i prossimi appuntamenti.

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