L’Europa ingrana la marcia

Si aprono le frontiere. Germania, Francia e Italia a favore di una ridistribuzione dei profughi. Le Chiese rispondono con azioni concrete

Il dramma dei migranti scuote le coscienze: non basta dire “coraggio, pazienza”. Il Papa all'Angelus, domenica 6 settembre, ha chiesto gesti concreti di solidarietà a tutte le Chiese e ai fedeli d'Europa, in vista del Giubileo straordinario della Misericordia. “Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo – ha detto Francesco – ci chiama, ci chiede di essere 'prossimi' dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire: 'Coraggio, pazienza'. La speranza cristiana è combattiva, con la tenacia di chi va verso una meta sicura”. “Ogni parrocchia – ha chiesto Papa Francesco –, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d'Europa, ospiti una famiglia”. Il Vaticano all'interno delle proprie mura metterà a disposizione due alloggi.

L’appello del Papa ha toccato i cuori delle Chiese europee, già fortemente impegnate – e da molto tempo – sui fronti caldi dell’accoglienza. Dal nord al sud, i vescovi europei hanno risposto a Papa Francesco garantendo piena adesione.

Anche la Ue si è svegliata con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande, ma è giusto riconoscere il ruolo giocato in Europa dal premier italiano Matteo Renzi.

Circa ottomila sono complessivamente i migranti arrivati in treno dall'Austria a Monaco di Baviera in Germania, mentre un migliaio di persone ha attraversato a piedi il confine tra l'Ungheria e l'Austria. Ad accoglierli c'era anche il cardinale di Vienna Schönborn che nei giorni scorsi aveva dato uno scossone ai vescovi europei per una più energica risposta al problema dei profughi.

Continuano gli sbarchi in Grecia e in Italia. “Il mare non sia un confine, ma un ponte tra un Paese e l'altro” ha affermato mons. Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia, nella celebrazione della Festa del Mare nel Duomo di Ancona.

In Italia se ciascuna parrocchia ospitasse una famiglia di 4 persone, oltre 100 mila persone troverebbero un alloggio e una sistemazione. “Spero che si realizzi questo auspicio, che è un po’ contabile, ma che dà l’idea delle possibilità che ci sono nel nostro Paese”, ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Angelo Bagnasco, spiegando, insieme al Segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, che l’appello del Papa “trova le nostre Chiese in prima fila nel servizio, nell’accompagnamento e nella difesa dei più deboli”.

E in Diocesi di Trento? Ancor prima dell'appello del Papa, la Diocesi di sua iniziativa ha ceduto alla Provincia Autonoma di Trento un palazzo in zona Solteri per un utilizzo a favore di profughi ed emarginati e delle associazioni che operano in questo settore. Nei giorni scorsi si è tenuta una riunione organizzativa per decidere di destinare all’accoglienza dei profughi alcune canoniche non utilizzate. Sono al vaglio di un'apposita commissione una trentina di appartamenti in città e nelle valli, da destinare all’accoglienza. Il vescovo Luigi Bressan sottolinea che la comunità ecclesiale sta procedendo d'intesa con la collettività civile e le pubbliche istituzioni, nel rispetto delle linee guida del Governo e della Provincia. Sul cammino dell'accoglienza sono presenti intoppi e disposizioni giuridiche complesse per ogni figura di immigrato, dal profugo, al richiedente asilo politico, allo straniero in cerca di lavoro e casa.

Alcune parrocchie sia dell'area urbana che delle valli stanno lavorando con i consigli pastorali ed economici aderendo sia alle sollecitazioni del Papa che alle richieste della Provincia.

“Alcune realtà sono già operative – spiega ai microfoni di radio Trentino inBlu il direttore della Caritas di Trento, Roberto Calzà -. C’è Roncone, c’è Rovereto con l’Oratorio Rosmini… Al termine delle verifiche che stiamo compiendo, contiamo di ampliare il panorama”.

La Cooperazione trentina si è rivolta alle oltre 530 imprese associate, rilanciando l’appello dell’assessore provinciale alla salute e politiche sociali Luca Zeni, che ha chiesto di segnalare appartamenti su tutto il territorio provinciale per ospitare i profughi. La Provincia li prenderebbe in affitto direttamente dal proprietario, prestando idonee garanzie. Gli immobili disponibili vanno segnalati al Cinformi (tel. 0461.405600, www.cinformi.it).

a cura di Marco Zeni e Augusto Goio

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