“Se c’era uno che non aspirava a questa nomina era proprio don Lauro”, conferma l’amico don Franco Torresani, parroco in val di Non; “ma è giusto che questo ruolo lo rivestano persone umili e lontane 'dal palazzo'. Questo gli dà ancora più credibilità”. Compagno di studi di mons. Tisi (furono ordinati insieme nel 1987), don Torresani non ha dubbi su quale sia la dote più grande del vescovo eletto: “l'umanità, la capacità di conoscere il cuore e l'animo delle persone”.
Nell'affollatissima Sala Clesio di via Barbacovi la comunicazione è stata data a mezzogiorno in punto, accolta da tutti con un moto di stupore. Mentre il nuovo vescovo, dopo il saluto, si trovava accerchiato dalle telecamere e dai giornalisti che annotavano le primissime dichiarazioni, abbiamo raccolto qualche impressione a caldo tra le personalità “di spicco” della Chiesa trentina.
“È una notizia bella, positiva, di assoluta continuità con il lavoro fatto dal vescovo Luigi. Penso che don Lauro ne raccoglierà il testimone e continuerà sulla strada della semplicità, della misericordia, dell'annuncio dell'umanità di Dio”, è il pensiero di un sorridente don Tiziano Telch, rettore del seminario di Trento. Anche p. Saverio Biasi ofm, Vicario episcopale per la vita consacrata, ha espresso felicità per questa nomina, a titolo personale “ma anche penso di tutti i religiosi della Diocesi, che rappresento, e per cui ha sempre avuto grande attenzione”: “Penso che mons. Lauro darà un grande impulso e sostegno, come ha sempre fatto, sia alla vita pastorale ordinaria della Diocesi, sia a noi consacrati”. Sollievo anche per mons. Ernesto Menghini, direttore responsabile di Telepace Trento: “Siamo contenti che sia lui, che conosce bene la nostra situazione. E noi sappiamo con quanto zelo si è prodigato fino ad oggi e con quale spirito continuerà a servire la Diocesi. Ringraziamo Dio per questa bella nomina! E il Papa, che ce l'ha data”.
La nomina di don Tisi è stata quasi per tutti una sorpresa: di solito, un vicario non viene promosso all'interno della sua stessa Diocesi. Un nome inaspettato, che ha spiazzato tutte le previsioni azzardate sulla stampa locale, dove nelle scorse settimane si è parlato molto di un vescovo “modello Francesco”. Che cos'ha mons. Lauro Tisi di francescano? Così risponde, ai microfoni di radio Trentino inBlu, la delegata dei laici della diocesi di Trento Cecilia Niccolini: “La semplicità e l'essenzialità. Sicuramente non è una persona che ricerca travestimenti esterni per far apparire un potere. Tutti noi l'abbiamo conosciuto nella sua immediatezza e nella sua passione, è una persona che dice quello che pensa e che rifugge da ogni parata. E poi la passione per le sue pecore”. Infine, le “grandi intuizioni”, seguite spesso, come per Papa Francesco, da “gesti quasi troppo 'spostati in avanti'… anche se, poi, rivelano sempre una profezia”.
Nel segno della misericordia, il vescovo eletto ha voluto subito esprimere, nel suo saluto, la vicinanza a chi soffre, a chi è nella prova, ai “feriti dalla vita”.
Uno stile che don Lauro ha già dimostrato da vicario, come confermano a radio inBlu il dott. Angelo Mercurio, uno dei responsabili del Centro di ascolto per il disagio psichico voluto da Tisi, e Sandra Dorigotti, presidente dell'Alfid (Associazione laica famiglie in difficoltà): entrambi ne sottolineano la sensibilità attenta verso tutte le nuove forme di povertà e le situazioni di conflitto, unita alla vicinanza concreta verso chi opera con queste “ferite” della società. “Siamo pronti a camminare ancora insieme come Chiesa, nella priorità che siamo chiamati a dare agli ultimi”, assicura Mercurio. Dorigotti augura al nuovo vescovo “uno sguardo che sappia allargarsi a tutti”: “Gli auguriamo di mantenere, nel suo lavoro, questo sguardo aperto al mondo e alle trasformazioni anche delle famiglie, e alla molteplicità delle voci e delle culture che da esse vengono”.