Il Servizio s’impara a scuola

Sono undici in Trentino gli istituti scolastici accreditati. C’è anche l’Istituto di istruzione superiore “Don Milani” di Rovereto. Siamo andati a vedere

La disoccupazione giovanile è una realtà che tocca anche la nostra Provincia, così come la diminuzione di risorse economiche nelle scuole pubbliche. Tuttavia, negli ultimi anni, si osserva l'incremento di un fenomeno singolare e positivo, dove le due realtà si incontrano, collaborano e si sostengono con una sinergia nuova e positiva: il servizio civile volontario nelle scuole.

“Sono già diversi anni che alcune scuole sono accreditate per il Servizio Civile – spiega il dott. Giampiero Girardi, direttore Ufficio Servizio Civile della Provincia – Tuttavia, negli ultimi anni c'è stato sicuramente un incremento”.

Sono nove oggi gli istituti della Provincia, sia superiori sia comprensivi, accreditati sia per il Servizio Civile Nazionale sia per il Servizio Civile Universale Provinciale così come per il Servizio Civile previsto dalla neonata “Garanzia Giovani”, strumento dell'Unione Europea per favorire l'occupazione giovanile. A questi nove istituti pubblici si aggiungono due istituti privati e l'Università degli Studi di Trento.

“L'accreditamento è unico per tutti e tre i tipi di servizio civile – spiega Girardi –, mentre i fondi che li coprono sono differenti”.

Nel 2015 sono state sei le scuole che hanno presentato progetti per l'attuazione del Servizio Civile al loro interno, per un totale di 14 progetti e un coinvolgimento di 36 giovani, che hanno svolto o stanno ancora svolgendo il loro servizio all'interno di un istituto, vuoi con Garanzia Giovani, vuoi con il Servizio Civile Universale Provinciale, vuoi con il Servizio Civile Nazionale.

Tra queste scuole c'è anche l'Istituto di istruzione superiore “Don Milani” di Rovereto. “Il Servizio Civile all'interno del nostro istituto è partito nella primavera scorsa con una prima sperimentazione – spiega la prof. Annalisa Passerini, collaboratrice vicaria del “don Milani” –. Volevamo offrire ai giovani coinvolti, ex studenti e non solo, la possibilità di un'opportunità formativa e lavorativa, ma, soprattutto, di vivere un'esperienza che li mettesse in rapporto con la società civile”.

“Ci sembrava importante mettere in atto azioni concrete, finalizzate a promuovere un'educazione alla cittadinanza attiva e responsabile”, continua Passerini. “Accanto a queste motivazioni c'è sicuramente anche il fatto che nella scuola, oggi, ci sono tante necessità ed alcune possono trovare un’adeguata risposta proprio grazie al servizio di questi ragazzi”, conclude.

Dopo una prima sperimentazione di pochi mesi, il “don Milani” ha presentato quattro progetti che in questo momento coinvolgono sei giovani: Marzia Andò, Valerie Camporese, Laura Deni, Francesca Incapo e Alessandro Bruni. Alessandro Bruni collabora nella produzione di materiali didattici e nell'archivio della scuola, Marzia Andò e Valerie Camporese si occupano della biblioteca dell'Istituto, della gestione degli spazi e del controllo degli accessi nella scuola; infine, Laura Deni e Francesca Incapo affiancano e aiutano gli educatori che si occupano dei ragazzi con bisogni educativi speciali o con disturbi specifici dell'apprendimento.

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