Sui pedali

Il cicloturismo viene ancora classificato come di nicchia, ma potrebbe imporsi come voce di primordine del bilancio del settore

Poco più di un anno fa l’apertura della pista ciclabile che fiancheggia l’ex statale del Limarò. Oggi la formula autobus più bici per girovagare in lungo e in largo sui pedali: dalle Dolomiti di Brenta alle Giudicarie all’Alto Garda. Evitando di impugnare il volante, in un breve lasso di tempo e senza dispendio di energie, in modo economico, pratico e flessibile.

Limarò, strada abbandonata a se stessa da decenni e oggetto di finanziamenti provinciali tesi all’estensione della rete ciclabile trentina che, prossima ai 500 chilometri snodati tra le principali vallate e forte di 1,9 milioni di passaggi registrati nel 2014, l’assessore alle infrastrutture e all’ambiente Mauro Gilmozzi aveva definito essere tra le più complete d’Europa. “Con il bike sharing, e il potenziamento del servizio ferroviario – chiariva – siamo già sulla buona strada rispetto all’obiettivo di realizzare un modello di mobilità che prevede un’integrazione più forte tra i diversi mezzi di trasporto”.

Politica della mobilità ciclistica che non può esimersi da misure coerenti e di medio-lungo periodo: messa in sicurezza di percorsi ciclo pedonali, contrasto ai furti di biciclette, ciclo stazioni, intermodalità di trasporto pubblico, bicigrill in alternativa al sistema di mobilità autocentrico.

E qui veniamo al problema del turismo di nicchia, come spesso viene classificato il cicloturismo. Tutto il Trentino si presta al ciclista turista: la “Finlandia d‘Italia” vanta 319 specchi lacuali, presenta dovizia di vestigia (oltre settanta castelli visibili e 102 dei quali rimangono solo tracce o ricordi), 4.345 chilometri di sentieri alpini, 67 vie ferrate, 35 rifugi di proprietà della Sat e 14 bivacchi e quasi 400 bed & breakfast.

In Svizzera e in Austria è stata prevalentemente l’industria alberghiera a fare della bici una voce di primordine del bilancio del settore turistico, non si capisce perché anche questo territorio all’ombra delle cattedrali di roccia dalle pareti rosate non possa imporsi quale meta cicloturistica di eccellenza, ora che il cicloturismo ha preso piede e sono fiorite piste ciclabili nonostante inerzie e ritardi in passato.

In Valle del Sarca, grazie al servizio “Bici Bus”, l’utente può comodamente “estendere le pedalate” raggiungendo la ciclabile del Limarò per poi riversarsi su quella del Sarca in direzione Riva del Garda oppure la ciclabile della Val Rendena o l’Altopiano della Paganella per poi impegnare gli impianti di risalita e provare l’ebbrezza del downhill.

La tratta Ponte Arche – Limarò – Sarche andata e ritorno in bus in 40 minuti e con cadenza approssimativamente di tre ore, dall’alba al tramonto. Alla luce dell’incoraggiante riscontro conseguito, le comunità di valle, le amministrazioni comunali e le Apt d’ambito hanno concordano di ampliare e supportare l’abbinamento mezzo motorizzato e due ruote pulite per godere di una maggiore visibilità turistica sull’asse giudicariese e consolidare il bacino di utenza nell’Alto Garda trentino.

In tal senso il recente “servizio di trasporto turistico intercomunale” che lambisce la Valle dei Laghi in quel di Sarche palesa l’intento di rafforzare scelte condivise di riorganizzazione del trasporto pubblico locale tra vallate contigue per assicurare collegamenti più efficienti sia agli ospiti che ai residenti.

Ad aprile l’esecutivo dell’ente intermedio della Valle dei Laghi ha deliberato l’approvazione dello schema di protocollo d’intesa “Mobilità sostenibile” con la Comunità delle Giudicarie al fine di promuovere unitariamente forme sostenibili di mobilità basata su mezzi a pedalata assistita (ebike) consentendo agli utilizzatori di usufruire di modalità integrate. Intendono favorire un approccio turistico che, tenendo contro prioritariamente della sostenibilità paesaggistica e ambientale, individui un “corretto equilibrio tra sviluppo e conservazione del territorio”, favorendo l’aumento di flussi turistici.

Entrambe le Comunità aderiscono inoltre al progetto del Parco Fluviale della Sarca nell’ambito del quale sono definite strategie prioritarie comuni di sviluppo e valorizzazione sostenibile. Tra queste, appunto, la strategia C (cicloturismo) diretta a realizzare un itinerario per pedalare entro i confini di questo territorio.

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