Una donna in cammino

Occorre andare al Concilio Vaticano II, alla Lumen Gentium, la costituzione sulla Chiesa, anche per comprendere e riscoprire la figura di Maria nella sua vera dimensione ecclesiale, di donna di questo mondo e di modello per ogni credente. Ella, dice un prefazio della Messa “risplende sul nostro cammino come segno di consolazione e di sicura speranza” (LG 68). Anche per lei la vita fu un cammino, un pellegrinaggio, una progressione, una salita verso quel santo monte che è Gesù, come dice l’orazione colletta del 16 luglio, festa della Madonna del Monte Carmelo; popolarmente detta del “Carmine”. Di lei il Concilio ci dice che “anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce” (LG 58). Parole solenni, auliche, per dire una cosa molto semplice: neppure per lei fu tutto subito facile, pronto e immediato: dovette camminare, salire, cercare, “conquistarselo” il suo ruolo, il suo compito, la sua missione.

Scriveva in proposito Papa Francesco nell’Enciclica, scritta con Papa Benedetto, Lumen Fidei (n. 58): “Nella sua vita, Maria ha compiuto il pellegrinaggio della fede, alla sequela di suo Figlio. Così, in Maria, il cammino di fede dell’Antico Testamento è assunto nella sequela di Gesù e si lascia trasformare da lui, entrando nello sguardo proprio del Figlio di Dio incarnato”. E quindi nella Esortazione Evangelii Gaudium (n. 287): “Ella è la donna di fede, che cammina nella fede, e «la sua eccezionale peregrinazione della fede rappresenta un costante punto di riferimento per la Chiesa». Ella si è lasciata condurre dallo Spirito, attraverso un itinerario di fede, verso un destino di servizio e fecondità. Noi oggi fissiamo lo sguardo su di lei, perché ci aiuti ad annunciare a tutti il messaggio di salvezza, e perché i nuovi discepoli diventino operosi evangelizzatori. In questo pellegrinaggio di evangelizzazione non mancano le fasi di aridità, di nascondimento e persino di una certa fatica, come quella che visse Maria negli anni di Nazaret, mentre Gesù cresceva… È in questo modo che Maria, per molti anni, rimase nell’intimità col mistero del suo Figlio, e avanzava nel suo itinerario di fede”.

Non era da sola a sperimentare la fatica del cammino della vita. Lo evidenzia Papa Francesco nella Amoris Laetitia (n. 30), quando dice: “Davanti ad ogni famiglia si presenta l’icona della famiglia di Nazaret, con la sua quotidianità fatta di fatiche e persino di incubi, come quando dovette patire l’incomprensibile violenza di Erode, esperienza che si ripete tragicamente ancor oggi in tante famiglie di profughi rifiutati e inermi. Come i magi, le famiglie sono invitate a contemplare il Bambino e la Madre, a prostrarsi e ad adorarlo (cfr Mt 2, 11). Come Maria, sono esortate a vivere con coraggio e serenità le loro sfide familiari, tristi ed entusiasmanti, e a custodire e meditare nel cuore le meraviglie di Dio (cfr Lc 2, 19.51). Nel tesoro del cuore di Maria ci sono anche tutti gli avvenimenti di ciascuna delle nostre famiglie, che ella conserva premurosamente. Perciò può aiutarci a interpretarli per riconoscere nella storia familiare il messaggio di Dio”.

Un cammino da compiere cantando nel cuore con le parole, gli atteggiamenti e i sentimenti della Vergine del Magnificat: “Il Canto di Maria, il Magnificat, è il cantico della speranza, è il cantico del Popolo di Dio in cammino nella storia. E’ il cantico di tanti santi e sante, alcuni noti, altri, moltissimi, ignoti, ma ben conosciuti a Dio: mamme, papà, catechisti, missionari, preti, suore, giovani, anche bambini, nonni, nonne: questi hanno affrontato la lotta della vita portando nel cuore la speranza dei piccoli e degli umili. Maria dice: «L’anima mia magnifica il Signore» – anche oggi canta questo la Chiesa e lo canta in ogni parte del mondo. Questo cantico è particolarmente intenso là dove il Corpo di Cristo patisce oggi la Passione. Dove c’è la Croce, per noi cristiani c’è la speranza, sempre. Se non c’è la speranza, noi non siamo cristiani. Per questo a me piace dire: non lasciatevi rubare la speranza. Che non ci rubino la speranza, perché questa forza è una grazia, un dono di Dio che ci porta avanti guardando il Cielo. E Maria è sempre lì, vicina a queste comunità, a questi nostri fratelli, cammina con loro, soffre con loro, e canta con loro il Magnificat della speranza” (15.08.2013).

Davanti a un gruppo di giovani lo stesso Francesco ha portato la sua testimonianza di pellegrino sulle vie del mondo e della storia: “Una cosa che mi rende forte tutti i giorni è pregare il Rosario alla Madonna. Io sento una forza tanto grande perché vado da lei e mi sento forte” (18.05.2103).

dongi

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