Lisa Pathfinder, primi segnali dallo spazio

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Lisa Pathfinder segna la strada per rivelare le onde gravitazionali nello spazio. La missione della sonda Lisa Pathfinder, realizzata dall’ESA con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana – ASI, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – INFN e dell’Università di Trento, ha raggiunto pienamente il suo obiettivo, dimostrando la fattibilità tecnologica della costruzione di un osservatorio spaziale per onde gravitazionali. Lisa Pathfinder è stata lanciata il 3 dicembre 2015 e alla fine di gennaio 2016 ha raggiunto la sua orbita operativa, circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra in direzione del Sole. La missione ha cominciato la sua attività scientifica il 1 marzo. 

 

Oggi la conferenza stampa per presentare i risultati a sei mesi dal lancio della sonda.

“L’esperimento LISA è un nuovo messaggero che ci porterà notizie importanti sui meccanismi che regolano la vita dell’Universo come le onde gravitazionali – ha dichiarato il presidente ASI Roberto Battiston – Ora resta da capire come la parte oscura dell’Universo, ossia materia ed energia oscura che ne compongono il 95%, ancora sconosciuto, agiscano sugli effetti gravitazionali. LISA ci indica che lo studio dell’Universo avverrà sempre di più con esperimenti nello spazio profondo, ed è un motivo in più per accelerare il lancio del prossimo satellite della costellazione e-LISA”.

 

La sonda LISA Pathfinder è stata progettata proprio per testare le tecnologie necessarie a costruire un osservatorio spaziale per le onde gravitazionali..  In particolare al suo interno sono state poste due masse di prova identiche (due cubi di oro-platino di 2 kg ciascuna e di lato 46 mm) a una distanza di 38 cm, circondate da un vettore spaziale, che ha il compito di schermare i cubi dalle influenze esterne e che aggiusta la sua posizione continuamente per evitare di toccarle. L’aspetto cruciale dell’esperimento infatti è aver posto le masse in caduta libera, monitorando che si muovano sotto l’effetto della sola gravità, poiché anche nello spazio diverse forze – come il vento solare o la pressione di radiazione della luce solare – disturbano le masse di prova e la navicella. 

I risultati dei primi due mesi di attività scientifica della missione dimostrano che le due masse di prova a bordo della navicella sono in caduta libera nello spazio sotto l’azione della sola gravità, del tutto indisturbate da altre forze esterne, e quindi praticamente immobili l’una rispetto all’altra. Questo risultato è stato ottenuto con una precisione cinque volte maggiore di quella richiesta in fase di progetto.

Sentiamo Lorenzo Pavesi, direttore del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento. (ascolta qui sotto)

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