“Cara Chiesa di Trento e voi cari ordinandi, in questi primi mesi del mio servizio episcopale diverse persone, tra loro alcune non credenti, mi hanno chiesto di aiutarli a sperare. E’ la domanda più insistente che mi è stata rivolta. Vi chiedo umilmente di aiutarmi a dare risposta a questo appello. Molti non guardano tanto la nostra fede e neppure la nostra carità, ci chiedono semplicemente la Speranza. Hanno bisogno di occhi, di mani, di parole attraversate dalla serenità di chi sa di avere un posto nel cuore di Dio. Queste parole la nostra Chiesa le possiede, ce ne ha dato prova una giovane sposa trentina che al funerale del marito dopo aver invitato a non essere arrabbiati con Dio affermava: “questa è la vita e la vita può essere dura, ma è meravigliosa sempre e comunque, non è una tragedia, è la vita e la vita è bella”.
Non facciamo il verso ai cantori della morte presenti dentro e fuori la Chiesa che dall’alto di analisi, vendute
Il posto che Gesù va a preparare non è solo futuro, è un “adesso” è la chiamata a vivere l’esistenza quotidiana come dono e servizio, scoprendo che lì è la nostra casa e la nostra pace. Dove abita il dono fiorisce il sorriso, dove manca scorre il pianto triste amaro di chi è occupato a difendere se stesso.
L’operazione, per nostra fortuna, è sulle spalle dello Spirito Santo che il Risorto dona senza misura”.
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