Bezzecca, festeggiamenti per i 150 anni dal passaggio di Garibaldi

Il ricordo dell’anniversario del passaggio di Garibaldi in val di Ledro.
Molte le rappresentanze militari e civili che domenica 24 luglio hanno nobilitato le cerimonie ufficiali per il 150° anniversario della battaglia garibaldina del 21 luglio 1866. A fare gli onori di casa, il sindaco Renato Girardi e l’assessore alla cultura Fabio Fedrigotti, che a Bezzecca hanno avuto occasione di accogliere pure Anita e Costanza Garibaldi, pronipoti dell’Eroe dei Due mondi, e ricevere i messaggi di saluto inviati dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, tramite il consigliere per gli Affari militari, del presidente del Senato, Pietro Grasso, e della presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, oltre a quello dell’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi. “La Storia chiede di non essere dimenticata – ha scritto Grasso – ed è nostro dovere onorare chi scelse di sacrificare se stesso per la Patria”.

“Di fronte ad un futuro che vacilla è fondamentale ricordare il passaggio che ci ha permesso non solo di diventare cittadini di un’Italia e di un’Europa unite, ma di essere oggi testimoni di uno dei più lunghi periodi di pace – hanno aggiunto Girardi e Fedrigotti -. Lo spirito che ha caratterizzato queste celebrazioni non si è concentrato sui vinti o sui vincitori, ma ha al contrario volutamente lasciato spazio a momenti di riflessione e condivisione”.

Nel suo intervento Anita Garibaldi ha ricordato lo spirito europeista del bisnonno e commentato l’attuale situazione italiana. “Il nostro Paese ha oggi perso il senso della direzione e il ricordo dei nostri avi capaci di combattere e donare la vita per creare l’Italia, con un contributo umano immane, va onorato”. “Oggi il nostro cuore è rivolto ai bambini, che sono il nostro futuro, con l’auspicio che sappiano raccogliere l’eredità lasciata dai nostri nonni e padri e trasmetterla al futuro di tutti i popoli”, ha concluso, omaggiando Bezzecca con la donazione di cimeli e documenti storici unici, da inserire nelle collezioni del Museo garibaldino che in queste settimane ospita pure il telegramma originale con l’ “Obbedisco”.

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