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E’ approdata in aula del consiglio provinciale di Trento la discussione sul ddl in materia di doppia preferenza di genere, su cui pesano oltre 5mila emendamenti presentati in gran parte dalla minoranze. Si preannuncia scontro tra le forze politiche. Il disegno di legge prevede che nelle elezioni del consiglio provinciale si passi da tre a due preferenze, di cui la seconda dovrà essere di genere diverso dalla prima. Inoltre le liste dovranno essere per metà composte da donne e per metà da uomini.
Cgil Cisl Uil del Trentino criticano l’ostruzionismo e l’uso strumentale dell’aula. “Il riconoscimento delle pari opportunità è fondamentale per una democrazia compiuta”
“I 5.377 emendamenti con cui alcune forze politiche vogliono bloccare l’introduzione della doppia preferenza di genere e di liste elettorali formate in ugual misura da uomini e donne è uno spettacolo sconfortante, che non si addice ad un’Aula democratica che dovrebbe agire per rendere effettivo il diritto di tutti i cittadini e di tutte le cittadine di avere piena e totale pari opportunità nell’esercizio dell’azione politica, come prevede la nostra Costituzione e lo Statuto di autonomia”. “Non fa onore alla nostra Provincia essere tra le pochissime realtà, insieme all’Alto Adige, a non avere una legge elettorale che riconosca la doppia preferenza di genere – sostengono i tre segretari provinciali Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti -. Non si tratta di assicurare riserve protette, ma semplicemente di creare le condizioni per una rappresentanza paritaria tra uomini e donne in tutte le istituzioni”.