Meleto pedonabile, via libera

Una commissione tecnica attivata dal servizio politiche sviluppo rurale ha approvto il progetto presentato da un gruppo operativo composto da Apot, Fondazione Mach e Consorzio Innovativo Frutta

In occasione della conferenza stampa di presentazione del “Progetto Trentino frutticolo sostenibile” che si è svolta il 24 marzo 2016 nella sede della Federazione trentina delle cooperative il direttore di Apot, Alessandro Dalpiaz, aveva annunciato: “Le OP Melinda e La Trentina parteciperanno con proprie proposte al bando esecutivo del Partenariato europeo per l’innovazione in agricoltura, in sigla PEI AGRI, recepito nel Piano di sviluppo rurale della Provincia di Trento per il periodo 2014-2020”.

In una nota informativa diffusa dal Servizio politiche sviluppo rurale della Pat in contemporanea con la pubblicazione del primo bando (1 settembre 2016) si fornivano informazioni utili per una corretta applicazione del regolamento europeo istitutivo del partenariato (2014) “L’innovazione potrà riguardare un nuovo prodotto, una pratica, un servizio, un processo di produzione o nuove modalità organizzative e dovrà essere orientata su tematiche che vanno dal miglioramento della sostenibilità ambientale dei processi produttivi alla qualità delle produzioni agroalimentari, alla sicurezza alimentare, al benessere animale e all’adattamento dei processi produttivi ai cambiamenti climatici”.

Da una determina del dirigente del Servizio politiche sviluppo rurale resa pubblica nei giorni scorsi si apprende che il progetto presentato dal Gruppo operativo formato da Apot, Fondazione Mach e Consorzio innovativo frutta è stato valutato positivamente, perché coerente con i principi ispiratori di PEI AGRI. Risulta pertanto ammissibile a finanziamento dell’ 80% su una spesa di circa 500 mila euro. Erano nove i progetti presentati sul primo bando (1 settembre – 31 ottobre 2016). Un secondo bando è previsto per la fine di quest’anno (16 ottobre-15 dicembre 2017).

Il piano progettuale “Meleto Pedonabile Sostenibile (MePS)” ha lo scopo di individuare delle tipologie di allevamento del melo che possono essere adattate alle diverse aziende frutticole del Trentino in relazione alla dimensione e organizzazione aziendale. Il progetto prevede l’applicazione di diverse tecnologie e dei seguenti prototipi di frutteto: parete stretta pedonabile; reti antigrandine ed antipioggia; sostituzione del diserbo chimico; impianti fissi di irrigazione e trattamento soprachioma.

La dimostrazione dell’applicazione di diverse tipologie di MePS avviene attraverso la misura di diversi parametri economici, biologici e ambientali. Si tratta di assemblare in un frutteto dimostrativo l’insieme di innovazioni tecnologiche oggi a disposizione e già verificate in fase sperimentale anche localmente, al fine di dare evidenza alla reale possibilità di conseguire l’obbiettivo di coniugare redditività economica e sostenibilità ambientale nella moderna frutticoltura trentina.

In concreto: il frutteto dimostrativo previsto dal piano sarà realizzato a cura della FEM e prevede la suddivisione di un’area di un ettaro in tre blocchi, ciascuno di circa 3.300 metri quadrati nei quali realizzare tre diverse combinazioni delle tecnologie a disposizione.

Tralasciamo la descrizione di altri aspetti tecnici del progetto. Vogliamo far capire che il progetto ha un orizzonte più ampio del pur fondamentale frutteto pedonabile del quale gli estensori dichiarano di riconoscere gli aspetti positivi.

Sono cinque le azioni esecutive previste nel progetto: coordinamento del piano strategico; prototipi di meleto pedonabile sostenibile: impianto, allestimento, allevamento rilevamento dati; valutazione delle malattie silenti del MePS tramite metagenomica e microbiologia; valutazione della biodiversità nel contesto MePS a confronto con il territorio trentino; divulgazione e disseminazione dei risultati.

Ciascuna azione ha un responsabile.

Concludiamo il resoconto, necessariamente essenziale, del progetto esprimendo un doveroso riconoscimento al merito ai due tecnologi sperimentatori che dal 2005 si occupano di forme alternative di allevamento dei meli. Sono Alberto Dorigoni e Franco Micheli.

Non è casuale il fatto che nel programma di un seminario sulla frutticoltura che si è svolto recentemente in Alto Adige a cura dell’ Associazione diplomati scuole agrarie (ALS) sia stata inclusa una relazione di Alberto Dorigoni intitolata “Diverse tipologie di frutteto in parete multiasse: dall’ allevamento alla tecnica colturale”.

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