Economia di Comunione, “Un’alternativa alla cultura dell’avere”

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“No ad un’ economia che uccide, sì a quella che include i poveri” .

È il monito lanciato da Papa Francesco nell’udienza sabato scorso davanti a circa mille imprenditori di tutto il mondo partecipanti impegnati nell’ “Economia di Comunione”, esperienza promossa 25 anni fa dal Movimento dei Focolari che hanno scelto la comunione come stile di vita personale e aziendale.

Denunciando l’idolatria di un sistema finanziario che “sta distruggendo milioni di famiglie”, il Papa invoca un cambio di regole in un capitalismo che continua a “produrre scarti”.

L’iniziativa Economia di Comunione è nata da un’intuizione di Chiara Lubich (la fondatrice dei Focolari) che nel maggio 1991, per reagire allo scandalo delle favelas che circondavano la città di San Paolo, in Brasile, invitò un primo gruppo di imprenditori a mettere in piedi delle aziende che, seguendo le leggi del mercato, producano utili “da mettere liberamente in comune”.

Lo scopo: sollevare i poveri, creare posti di lavoro, promuovere la cultura del dare in alternativa alla cultura dell’avere. 

Oggi l’esperienza conta 860 imprese attive in oltre 50 Paesi del mondo. “Un progetto “al quale sono da tempo sinceramente interessato”, per la sua capacità di fare dell’impresa un motore di “comunione”, di condivisione di profitti e conoscenze, fautore così anche di “moltiplicazione dei beni”, di “creazione di nuovo pane”, specie per i poveri.

All’incontro ha partecipato anche il trentino Luca Guandalini tra i sostenitori di questo modello alternativo di fare impresa  (Ascolta audio qui sotto

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