Donne, la parità di genere passa anche dal linguaggio

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Proprio nella giornata internazionale in cui si ricordano i diritti delle donne, l’Università di Trento si è dotata di un vademecum “Per un uso del linguaggio rispettoso delle differenze”. Un documento simbolico ma allo stesso tempo molto concreto nelle linee guida e negli esempi, che vuole mandare un messaggio chiaro: un linguaggio corretto è la prima forma di rispetto delle differenze e di promozione di un cambiamento culturale.

Via libera dunque, in tutte le comunicazioni interne ed esterne dell’Ateneo, a espressioni che indichino chiaramente le differenze di genere. Nel documento, accolto oggi dal Senato accademico, si raccomanda infatti di declinare al femminile e al maschile tutti i titoli (il professore e la professoressa) e ruoli professionali (il presidente e la presidente), compresi gli aggettivi e verbi. Oppure di ricorrere a soluzioni sintattiche e non solo lessicali per correggere le asimmetrie nella comunicazione ed evitare lungaggini e barre. Ad esempio ricorrendo all’aggettivo “studentesco” in sostituzione della locuzione “degli studenti”. Al bando poi la forma “Egregi colleghi, gentili colleghe” nell’intestazione di lettere e email: d’ora in poi l’espressione “Gentili” potrà essere utilizzata sia con riferimento a donne che uomini.

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