Tratta di esseri umani e traffico di migranti, le insidie della rete

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Internet e i social network sono ampiamente utilizzati nella tratta di esseri umani e nel traffico di migranti e richiedenti asilo: a denunciarlo sono i risultati del progetto europeo “Surf&Sound”, condotto dal gruppo di ricerca Ecrime dell’Università di Trento: tre anni di lavoro e 300mila euro di finanziamento tra analisi online e telefonate sotto mentite spoglie ai trafficanti, per svelare le trappole che mettono a rischio migranti e richiedenti asilo.

Nel caso della tratta di esseri umani, l’emergere del reclutamento online ha ampliato la platea di potenziali vittime, aumentato il numero dei Paesi di provenienza delle vittime e ha abbassato la loro età media (che oggi, molto più spesso di prima, sono minorenni). Sui social network non sempre è facile distinguere tra annunci leciti con reali offerte di lavoro da quelli che nascondono invece reclutamento a fini di tratta.

Nel caso dei traffico di migranti, sono centinaia i profili, le pagine e i post sui social network attraverso cui i trafficanti di uomini promuovono e pubblicizzano i loro servizi di viaggio, che partono soprattutto da Turchia, Libia e Siria.

 

Sentiamo Gabriele Baratto, uno dei ricercatori che ha preso parte al progetto. (ascolta qui sotto)

 

Obiettivo del progetto: aiutare operatori e forze dell’ordine ad elaborare adeguate strategie di prevenzione e contrasto al fenomeno.

Sentimao ancora Baratto. (ascolta qui sotto)

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