Battesimo, spuntano domande nuove!

Il sacramento di fronte a richieste diverse. Sabato la diocesi s’interroga sull’importanza della preparazione dei genitori e sul ruolo della comunità

Sabato 13 maggio a partire dalle 9 si tiene al Polo Vigilianum di via Endrici a Trento l'atteso convegno diocesano (Centro Famiglia e Centro Catechistico insieme) sul battesimo dei bambini dal titolo “Dal dono della vita al dono della fede“; ci sarà un confronto di esperienze e l'intervento dell'Arcivescovo Tisi, mentre la relazione base è affidata a don Pierpaolo Caspani, docente di teologia sacramentaria presso il Seminario Arcivescovile di Milano, che abbiamo intervistato alla vigilia.

Don Caspani, in sintesi come va proposto il battesimo ai bambini in tempi in cui la libertà di scelta è considerata un valore irrinunciabile? Talvolta il battesimo infatti viene ritenuto l’imposizione di un adulto o viene svalutato come rito benaugurale…

La libertà di scelta è certo un valore. E tuttavia noi possiamo scegliere perché qualcuno, prima di noi, ha fatto delle scelte per noi. È così già per la nostra stessa vita: ci viene data senza che lo chiediamo. Da questa fondamentale decisione che precede le nostre scelte, ne derivano tante altre, prima fra tutte quella per cui i genitori danno comunque un’educazione ai loro figli. La domanda da porsi è dunque: «Quali di queste “pre-decisioni” promuovono il vero bene di colui per il quale vengono fatte?». Nel caso di genitori credenti, la decisione di battezzare il proprio figlio in tenera età è certo una scelta per il bene del figlio. I genitori infatti percepiscono che ha poco senso dare alla luce un figlio, senza dargli una luce per vivere. E poiché sanno che, da se stessi, quella luce non sono in grado di dargliela, mediante il battesimo, lo mettono da subito nelle mani di Colui che è la Luce del mondo. E forse, scavando un po’ nelle domande di genitori a prima vista lontani dalla fede, si può scoprire che, in realtà, qualcosa del genere sta al fondo anche della loro richiesta di battesimo.

Cosa risponderebbe a chi obietta che il battesimo sarebbe un’opzione più consapevole se prevista da giovane o adulto?

È vero, ma la consapevolezza non è l’unica cosa che conta. Per i motivi che ho appena detto, il battesimo di un neonato rimane la scelta preferibile per genitori credenti. Il fatto che siano sempre di più le famiglie indifferenti nei confronti della fede spiega una certa flessione del numero di richieste di battesimi per i piccoli. Così già oggi (e presumibilmente ancora di più in futuro) ci troviamo davanti alla necessità di accogliere domande di battesimo che provengono da giovani e adulti. Non si tratta di preferire una forma o l’altra, bensì di far fronte a domande diverse che vengono da situazioni diverse, avendo ben chiaro che nessuna età è impermeabile alla chiamata del Signore.

La Diocesi di Milano ha messo in campo in questo ambito battesimale esperienze pastorali molto particolari, dovendo confrontarsi con le sfide della modernità e la necessità di realizzare la “Chiesa in uscita” che chiede papa Francesco. Può anticiparci qualche iniziativa interessante?

Più che indicare iniziative vorrei richiamare due idee di fondo: è importante che soggetto della pastorale battesimale sia un’équipe che veda l’interazione tra ministri ordinati, religiose, catechisti battesimali e che esprima la cura di tutta la comunità per quanti ad essa si rivolgono. La fase dell’accompagnamento dopo il battesimo punta a coltivare la relazione con le famiglie che si è creata col battesimo. In questa fase, dove sia aprono ampi spazi di creatività, i momenti di incontro non vanno moltiplicati ma preparati e curati con molta attenzione, magari coinvolgendo, per l’età 3-6 anni, la fitta rete di scuole dell’infanzia di ispirazione cattolica.

Quali prospettive ritiene siano suggerite dall’esortazione Amoris laetitia, rispetto al  coinvolgimento delle famiglie nell’iniziazione cristiana di bambini e ragazzi?

Mi risulta difficile riassumere il discorso in poche battute. Forse è meglio riprendere con calma le tante suggestioni che si trovano nel capitolo VII, dedicato proprio all’educazione dei figli.

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