Doppia preferenza di genere, nulla di fatto

E' tornato in Aula mercoledì 10 il disegno di legge Bezzi-Maestri che punta ad introdurre la doppia preferenza di genere, liste elettorali paritarie tra uomini e donne e parità di condizioni e visibilità in campagna elettorale. Ma subito si è registrato un nuovo nulla di fatto. Il Presidente Ugo Rossi ha illustrato una proposta emendativa sottoscritta dalla maggioranza, utile ad accelerare la discussione delle norme, che prevede la sola variazione significativa, ma necessaria, della percentuale 60 e 40 anziché 50 e 50. Ma per l'approvazione degli emendamenti “canguro” sarebbero servite le firme di almeno tre esponenti della minoranza, che non sono arrivate. A questo punto, il consigliere Giacomo Bezzi si è detto disponibile a ritirare la proposta “per non tenere il Consiglio inutilmente bloccato per mesi”. Di diverso avviso invece il Pd, che per bocca di Donata Borgonovo Re ha dichiarato di non potersi sottrarre ad un impegno preso nei confronti degli elettori e della comunità. Sembrano essere caduti nel vuoto auspici e appelli della Commissione provinciale pari opportunità tra uomo e donna (“Il dibattito sia trasparente e manifesto, non si riproponga il quadro desolante mostrato durante la precedente seduta”) e della presidente del “Comitato Non Ultimi”, Giulia Robol, che aveva invitato a non cercare scorciatoie: “Il Trentino ha diritto di avere una buona legge”.

Per sostenere il percorso e l'approvazione della legge – il Trentino è tra gli ultimi in Italia, insieme all'Alto Adige, a dotarsi di questo strumento di democrazia paritaria – Cgil, Cisl e Uil del Trentino avevano preannunciato l'attivazione di un presidio in piazza Dante, a partire dalle 9 di giovedì 11.

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