Solidarietà dopo la gelata

Alla riunione convocata il 18 maggio 2017 dall’Assessore provinciale all’agricoltura Michele Dallapiccola sui pesantissimi danni subiti dall’agricoltura trentina a seguito delle gelate hanno partecipato, oltre ai dirigenti degli uffici di settore, il direttore della Fondazione Mach, Sergio Menapace, le organizzazioni professionali agricole con direttore presidente, i vertici di Apot, Consorzio vini e Codipra.

A conclusione dell’incontro non è stato diffuso nessun comunicato stampa ufficiale. Dal resoconto di un giornalista de Il trentino solitamente fedele interprete dei discorsi fatti dai reggitori della cosa pubblica e dell’agricoltura apprendiamo che a fine lavori l’assessore Dallapiccola ha affermato: “Metteremo in campo tutte le azioni necessarie per la stabilizzazione del reddito. Ma il problema grave si aprirà nel 2018 (probabile riferimento alla futura campagna di commercializzazione, ndr). Sicuramente la Provincia non farà mancare la propria disponibilità a collaborare con la Cooperazione per i problemi che si presenteranno a seguito della mancata produzione”.

Per quanto sappiamo della Politica Agricola Comunitaria (PAC) risulta poco probabile e possibile la messa in opera di interventi diretti della Provincia a favore di aziende agricole e/o di cooperative. Sarebbero interpretati e quindi vietati come aiuti di Stato, contrari al principio della non concorrenza.

Rimane come ambito praticabile la solidarietà rappresentato dai fondi mutualistici attivati dal Codipra negli ultimi anni. Ne ha scritto diffusamente il direttore del Codipra, Andrea Berti, in un articolo pubblicato sull’Informatore agrario (n.10 del 16/22 marzo 2017). Questi fondi sono caratterizzati da una gestione condivisa e partecipata da parte della Provincia di Trento, delle OP e delle cooperative. La dotazione finanziaria di supporto ai sei progetti mutualistici (patrimonio) a fine dicembre 2016 superava i 10,8 milioni di euro.

Li citiamo nella formulazione letterale: Fondo mutualistico sotto soglia (per danni inferiori al limite del 30%, non indennizzati dalle compagnie); Fondo mutualistico per Comuni ad alto indice di rischio (serve a coprire i danni sopra franchigia minima); Fondo mutualistico per impianti produttivi (indennizzo a chi espianta meli e viti colpite rispettivamente da scopazzi e da Flavescenza dorata); Fondo mutualistico di stabilizzazione del reddito (ciliegie e piccoli frutti in prima applicazione sperimentale, poi dirottato verso il comparto latte bovino); Fondo mutualistico Coop (a copertura di danni catastrofali da eventi calamitosi d’area alle produzioni dei conferenti di cooperative agricole); Fondo complementare di stabilizzazione (ripiana il ricavo aziendale a seguito di avversità meteoriche per associati conferenti di cooperative agricole).

Lo spazio non consente di illustrare nei dettagli le modalità di applicazione dei singoli fondi. Il tema è stato affrontato nel corso dell’assemblea del Codipra che si è svolta il 30 maggio nella sala convegni di Cavit. Riferiremo prossimamente quanto è emerso dal dibattito che aveva come argomento modalità e tempi di applicazione dei fondi sopra indicati.

Va riconosciuto ai dirigenti del Codipra il merito di avere attivato nel corso degli anni i fondi di mutualità già prima che venissero indicati dall’Unione europea come complemento all’assicurazione.

Almeno due di essi rendono possibili gli unici interventi legittimi, soprattutto a favore delle cooperative agricole (Consorzi frutta e cantine sociali) in una stagione disastrata come quella che si accinge a vivere dopo la gelata l’agricoltura trentina. Si deve anche dare atto alla elevata percentuale di agricoltori che si sono avvalsi dello strumento assicurativo nonostante il costo non sempre proporzionato alla consistenza dell’azienda.

Un problema da affrontare e subito è il potenziamento della difesa attiva contro le gelate rappresentato dall’irrigazione a pioggia lenta. Alla mancanza di pozzi dai quali attingere l’acqua in Valsugana e nella Valle del Sarca si può far fronte con adeguati provvedimenti amministrativi. Rimane semmai aperto il problema dei costi di realizzazione degli impianti che rischia di superare il valore dei prodotti da difendere.

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